Federico Faggin, il fisico italiano inventore del primo microprocessore, torna in Italia dagli Stati Uniti come ospite d’onore del convegno “Coscienza e Libero Arbitrio: i Pensatori”, organizzato a Palermo dall’Associazione Symposium Terzo Settore. Oggi e domani, al Teatro Politeama Garibaldi, il tema sarà analizzato e dibattuto con un approccio eclettico e multidisciplinare da un parterre di esperti di calibro internazionale.
All’incontro prendono parte alcuni dei più importanti protagonisti della fisica, della medicina, della psichiatria, della teologia, della magistratura, dell’università, della psicologia, della filosofia, delle libere professioni. Riuniti per la prima volta tutti insieme, su iniziativa dell’architetto Ester Bonafede che è anche il moderatore del convegno, entreranno nelle pieghe di questo argomento così complesso e affascinante, oggetto delle ricerche di Faggin negli ultimi trent’anni. L’obiettivo è quello di portare Palermo al centro di un confronto culturale senza precedenti su un argomento delicato ed attuale al fine di espandere questo progetto, rendendolo permanente.
Federico Faggin nasce a Vicenza nel 1941. Oggi vive in America, dove si trasferisce nel 1968, un anno dopo il matrimonio con Elvia Sardei. Dopo un incarico alla Olivetti, ottenuto subito dopo il diploma e dove contribuisce alla nascita del primo calcolatore, si laurea in Fisica e poi approda nella Silicon Valley, che definisce “un paradiso per fare cose nuove”. È qui che vede la luce MOS Silicon Gate, un metodo innovativo per creare circuiti integrati 5 volte più veloci di quelli esistenti.
La tecnologia Silicon Gate è alla base del primo circuito integrato con porta di silicio al mondo (1968) e soprattutto del microprocessore Intel 4004 (nel 1971), senza il quale non sarebbe mai esistita la prima generazione di computer.
Dopo l’esperienza alla Intel (conclusa in maniera turbolenta, con il tentativo – fallito grazie all’impegno giornalistico della moglie di Faggin – della società di attribuire la paternità del microchip ad un’altra persona), inizia l’era imprenditoriale di Faggin, che fonda la Zilog. È qui che viene realizzato il primo microprocessore di terza generazione. Nel 1984 una nuova intuizione brillante: un telefono “intelligente” che, collegato al computer, gestisce voce, dati, applicazioni di messaggistica e di produttività. Non è un successo, ma Steve Jobs si complimenta.
Nel 1986, Faggin crea una nuova azienda, la Synaptics, che comporterà un’altra rivoluzione per il settore tech: touchscreen e touchpad, fondamentali per lo sviluppo dei moderni smartphone. In più, è qui che partono gli studi sulle reti neurali, a tutt’oggi strettamente connesse all’intelligenza artificiale.
Dopo la fase da imprenditore, Faggin sperimenta quella che chiama la sua “quarta vita” e che comincia, una notte d’inverno, con una potentissima esperienza di coscienza attraverso una carica di energia, amore e pace che gli si sprigiona dal petto. Questa sorta di “visione” lo porta ad interrogarsi sulla realtà e ad esplorare la sua coscienza. Così, decide di vendere le sue aziende e di dedicarsi completamente allo studio della coscienza, fino ad elaborare una vera e propria teoria scientifica.
Per enunciarla, il fisico vicentino parte dalla fisica quantistica e non da quella classica, che pensa di risolvere tutto con lo studio della materia, ma che non è riuscita a spiegare la coscienza. Secondo il fisico, la coscienza e il libero arbitrio non possono essere spiegati solo attraverso processi computazionali o materiali perché appartengono ad uno strato della realtà ancora più profondo della materia e dell’informazione.
In altre parole, la coscienza è la capacità dell’universo di conoscere se stesso e il corpo è uno strumento di conoscenza, il mezzo che consente di conoscere se stessi. “Coscienza e libero arbitrio sono proprietà fondamentali e irriducibili che oggi non fanno ancora parte della fisica e quindi della scienza, ma sono invece parte della spiritualità. Ecco quindi la necessità di creare un nuova teoria che unisca scienza e spiritualità ponendo fine al materialismo e al riduzionismo che hanno caratterizzato il percorso conoscitivo umano degli ultimi due secoli”, conclude Faggin.
“Tutti i relatori sono stati scelti per le indiscutibili qualità dei loro profili personali e professionali – dichiara Ester Bonafede -. Provengono da esperienze molto diverse tra loro, caratteristica che sarà il valore aggiunto dell’incontro perché consentirà di affrontare le tematiche in maniera completa e sicuramente interessante, fornendo tanti spunti di analisi differenti. Sono certa che, oltre all’importanza e al piacere di ascoltare dal vivo Federico Faggin, il pubblico uscirà dalla Sala Grande del teatro arricchito e appagato. Penso che questo valga ancora di più per i tantissimi studenti – liceali e universitari – che accoglieremo o che seguiranno da remoto. Federico Faggin punta tantissimo sulle nuove generazioni e noi non possiamo che essere felici di aiutarlo a nutrire la loro anima e la loro coscienza con il nostro convegno”.