Il movimento #NelloOut parte da Palermo, dove il centrodestra potrebbe riunirsi attorno alla figura di Carolina Varchi. E sebbene Giorgia Meloni considera un “brutto precedente” la mancata ricandidatura del governatore uscente, specie dopo aver ricambiato la corte degli ultimi mesi con il comunicato post-Quirinale, la mossa Varchi avrebbe con sé un duplice scopo. Premiare la fedeltà di un’amica vera, garantendole la poltrona di palazzo delle Aquile (FdI in Sicilia è primo partito secondo i sondaggi); e tentare di ricomporre l’asse con Lega e Forza Italia, che l’endorsement nei confronti di Musumeci sembra aver strozzato. Come? Garantendo a Forza Italia la candidatura di un’altra donna, Matilde Siracusano, a Messina (la deputata di Forza Italia è gradita anche a Cateno De Luca, che però ha già scelto il suo successore: Federico Basile). E soprattutto concedendo alla Lega la possibilità di indicare il nome del candidato del centrodestra a palazzo d’Orleans.
Una maionese impazzita che potrebbe andare a posto di fronte alla disponibilità di Miccichè di ricucire con Fratelli d’Italia, sempre più distante dal sentimento centrista e moderato del commissario regionale di Forza Italia. E bersaglio dichiarato dopo il “battesimo” di Musumeci nella Capitale. Un piccolo spiraglio giunge da una dichiarazione rilasciata a Repubblica: “Possiamo tendere una mano a Giorgia Meloni, ma una mossa del genere si fa quando qualcuno la tende a te. Per trovare un accordo bisogna essere tutti soddisfatti dell’intesa raggiunta”. C’è un “però” ed è la premessa dell’apertura a Meloni: “L’Udc – ha spiegato il presidente dell’Ars – merita di avere un candidato in Sicilia e il nome di Roberto Lagalla è perfetto per la corsa a sindaco di Palermo”. Ecco: se salta Varchi a Palermo, rischia di saltare l’intero puzzle.
L’asse tra Forza Italia e Udc (l’altro partito che nutre scarsa simpatia per il Musumeci-bis) rischia di complicare ulteriormente il quadro. Ma negli ultimi giorni si sono intensificati anche i contatti fra il vicerè berlusconiano e la Lega, nonostante il summit romano “congelato” a causa dei leggeri dissapori tra l’ex Ministro dell’Interno e Berlusconi. Voci di corridoio garantiscono che tutto dovrà tornare a posto. In attesa del partito repubblicano italiano, il centrodestra dovrà giocare ovunque la partita delle Amministrative ed è condannato a tornare insieme. In questo quadro di stabilità, e attraverso la discesa in campo di due donne, in Sicilia potrebbero determinarsi le condizioni per ricompattare il tridente ed escludere dalla partita Musumeci, vero agnello sacrificale. Che è inviso pure a Lombardo e ai suoi, e non riesce a trovare sostegno fuori dal suo cerchio magico.