Una settimana fa, nell’aula consiliare del Comune di Nicosia, si scriveva la parola “fine” (o quasi) al sogno della “Centrale Sicula”, o Strada dei due mari, che avrebbe dovuto collegare – ormai da una cinquantina d’anni – Gela e Santo Stefano di Camastra. Tagliando in due la Sicilia attraverso uno “scorrimento veloce” e mettendo i cittadini dell’entroterra nelle condizioni di poter raggiungere in modo agevole Catania e Palermo, e di contare su condizioni di viabilità più sicure di quelle attuali. La vecchia Statale 117, istituita nel 1928 con l’obiettivo di ricongiungere il Mar Tirreno a quello della costa meridionale, oggi è vittima di un’assenza pressoché totale di manutenzione da parte di Anas, che non ripara le buche né sistema la segnaletica stradale. I percorsi alternativi per spostarsi in quella fetta di Sicilia, inoltre, corrispondono a vecchie strade provinciali senza governance (i liberi consorzi non riescono a incidere) e incapaci di garantire i volumi di traffico attuali. Insomma, è un bel guaio.

Nell’incontro del 25 novembre, a Nicosia, è stato proprio un ragionamento legato al volume di traffico, e all’analisi costi/benefici, a far desistere Anas dall’idea di realizzare il tratto mancante di questa superstrada: quello che va, o dovrebbe andare, da Leonforte a Nicosia. Quattordici chilometri in linea d’aria, per un’opera che il governo Crocetta nell’aprile 2017 aveva già provveduto a declassare. I volumi di traffico che si prospettano e l’onerosità dell’opera (si parla di circa un miliardo complessivo), hanno fatto virare l’Anas su un progetto di riammodernamento dell’attuale asse viario, che dovrebbe costare circa 500 milioni. Ma per lo studio di fattibilità occorrerà attendere il 2020. Non ci sta, invece, l’Ance, ossia l’associazione nazionale dei costruttori edili, che in una nota durissima ha spiegato che “non è credibile addurre la scusa della riduzione del traffico, se lo si misura su una strada vetusta e pericolosa che in buona parte non è più percorribile. Tutti oggi cercano percorsi alternativi, anche se più lunghi, per non rischiare la vita”.

La scelta e la tempistica di Anas, e del governo nazionale, appaiono strane, soprattutto in virtù del fatto che per l’opera c’è già uno stanziamento di 399 milioni di euro, un progetto esecutivo già pronto con i relativi pareri favorevoli, e le operazioni di esproprio delle aree già eseguite. Ci sono forse problemi geologici o tecnici che impediscono di costruire certi tratti della Nord-Sud? Se così fosse, incalza il presidente di Ance Sicilia Santo Cutrone, “come mai nessuno lo ha detto prima e per vent’anni si è andati avanti spendendo soldi per fare i progetti ed espropriare i terreni?”. Se così non è, invece, “l’unica giustificazione che resta è la volontà politica del governo nazionale di dirottare queste risorse verso altre opere nel Nord Italia, volontà alla quale Anas sembrerebbe piegarsi”.

L’ingegnere edile Alfio Di Costa, in un articolo del 2018 apparso su “I Nuovi Vespri”, aveva detto che “i cittadini delle aree interne e della zona nord della provincia di Enna sono stanchi di essere trattati da cittadini di serie “D”: pagano le tasse come ogni cittadino italiano e vorrebbero godere degli stessi servizi e delle stesse infrastrutture presenti in altre parti d’Italia”. Ma troppo spesso i principi sono sacrificati sull’altare delle azioni. Così Leonforte, Nicosia e i paesi limitrofi (molti dei quali alle prese con un feroce spopolamento) rischiano di rimanere fuori dal giro per parecchio tempo. L’ultima parola sulla Strada dei due mari spetterà a un tavolo tecnico che riunirà Ministero, Anac e le amministrazioni comunali interessate dall’opera

Il tratto C da Leonforte a Nicosia, d’altronde, non è l’unico della Statale 117 Nord-Sud che negli anni ha fatto registrare dei problemi. Anche i lotti del tratto B, fra Nicosia e Mistretta, proseguono a rilento. Dall’inizio del 2019 l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, ha già fatto tre sopralluoghi. In quello dello scorso giugno ha riscontrato un “quadro drammatico”, promettendo che i 17 chilometri in questione – che godono di un co-finanziamento della Regione pari all’80% – sarebbero stati completati entro la fine del 2020. Ma a settembre, durante una nuova verifica, ha capito di aver corso troppo: “Riteniamo che, a questi ritmi ancora non serrati, la scadenza del 2020 per il completamento dell’opera non sia realistica. La Regione – ha concluso Falcone – vuole stare dalla parte delle imprese, ma le imprese devono dimostrare amore per la propria terra”. E invece le imprese non lavorano, si fermano, rimandano. Nonostante l’incremento del 75% delle maestranze impiegate nei cantieri. Ad esempio Falcone ha constatato che, al netto delle solite rassicurazioni, i 6,5 km del lotto B4a sono rimasti al palo. Che sarà mai un altro po’ di attesa?

La Sicilia è il teatro di una condizione disastrata sotto il profilo della viabilità. Oltre alla Nord-Sud – l’Ance ha chiesto un’operazione su questo “incantesimo” che da vent’anni ne impedisce la realizzazione – ci sono altre storie tutte da scrivere. Come nel caso della Ragusa-Catania, che attende il raddoppio da tempo immemore. Dopo un lungo rimpallo di responsabilità fra Stato, Regione e privati, il progetto è stato rilevato dall’Anac, che lo ha acquisito per 40 milioni di euro dalla Sarc del gruppo Bonsignore, e ora si attende la bollinatura del Cipe (entro Natale) su un’opera che però sarà cantierabile non prima di due anni e mezzo. Ma bisogna prima reperire altro mezzo miliardo. Le imprese, invece, sono già tornate al lavoro sull’autostrada Siracusa-Gela. I venti chilometri che portano da Rosolini fino allo svincolo di Modica dovrebbero essere completati entro il 2020 (i primi dieci fino a Ispica, invece, entro il prossimo luglio). E’ una corsa a spizzichi e bocconi per consegnare alla Sicilia una parvenza di normalità.

LA NOTA DI CANCELLERI: “COMPLETEREMO L’ARTERIA”

Giancarlo Cancelleri

“Quello che leggo sui giornali stamane rispetto alla strada Nord-Sud è privo di ogni fondamento di verità”. Lo scrive il vice-ministro alle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, in una nota. “Non corrisponde al vero che io e Anas avremmo “abbandonato” l’idea del completamento dell’importante arteria che collegherà il versante tirrenico con il versante meridionale della Sicilia, da Santo Stefano di Camastra fino a Gela. Lo ripeto né io né Anas abbiamo abbandonato quest’idea o infranto i sogni di qualcuno”.

“Facciamo chiarezza quindi, così togliamo ogni alibi a chi vuole fare solo confusione. Ho più volte dichiarato che ogni eventuale valutazione o scelta sarà fatta insieme ai sindaci dei territori interessati, solo dopo che il progetto di fattibilità tecnico economico della seconda ipotesi sarà pronto, così da poter fare un confronto a tutto tondo sui vari aspetti, da quello economico a quello autorizzativo, da quello ambientale a quello dei tempi di percorrenza fino ad arrivare a tutti gli altri aspetti che riguardano l’opera e la sua realizzazione. Questa da sempre la mia posizione, chiara e senza possibilità di essere frainteso.

Inoltre su quella strada, sulla quale già ben due volte nell’ultimo mese sono stato a fare ispezioni, ci sono i riflettori accesi sul rispetto del cronoprogramma nei lotti da Mistretta a Nicosia e anche lì ho parlato chiaro:
1. Sul lotto b2 i lavori stanno procedendo bene e il cantiere sta producendo molto.
2. Sul lotto b4b i lavori sono praticamente ultimati e dovremmo aprire la strada al traffico entro i primi di gennaio del 2020.
3. Sul lotto b5 si sono finalmente sbloccati i lavori dopo le vicissitudini giudiziarie e a breve partiranno i lavori
4. Sul lotto b4a abbiamo intimato all’impresa un out out, se entro il 10 gennaio non avranno completato un tratto di circa 2km rescinderemo il contratto nell’intero lotto.

Tutto ciò per capire che non tollero più prese in giro, i cittadini di quelle zone hanno subito troppo e adesso c’è bisogno che qualcuno non solo li difenda, ma gli renda giustizia. Spero che adesso sia tutto chiaro, parleremo con i fatti”.

LA NOTA DI CUTRONE: LAVORIAMO CON CANCELLERI

Chiarimento oggi fra il viceministro alle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, e il presidente dei costruttori siciliani, Santo Cutrone, a seguito del deciso “no” di Ance Sicilia e della richiesta di una “operazione verità”, espressi ieri dopo che era trapelata un’ipotesi secondo cui Anas potrebbe rinunciare al completamento – finanziato, con progetti già sviluppati e attività di espropriazione avviate – della nuova Nord-Sud e di realizzare, al posto dei lotti C, solo interventi di manutenzione straordinaria, perché secondo un nuovo rapporto costi-benefici l’opera non sarebbe più conveniente. A darne notizia è lo stesso Cutrone: “Ho raggiunto il viceministro Cancelleri – riferisce il presidente di Ance Sicilia – che mi ha informato di avere avviato subito un percorso che porterà ad una analisi comparativa fra i due progetti – quello originario del nuovo tracciato e quello nuovo di sola manutenzione – per individuare la soluzione migliore. Il viceministro – aggiunge Cutrone – mi ha voluto inoltre chiarire che la visione del ministero è chiaramente improntata a valutare la soluzione più efficiente, senza accantonare quanto finora fatto da Anas e senza rinunciare all’ammodernamento della statale detta ‘dei due mari’ e che è strategica per restituire alle aree interne dell’Isola una speranza di riagganciarsi alla ripresa economica nazionale”.

“Apprezziamo la prontezza – conclude Cutrone – con cui il viceministro Cancelleri è intervenuto, con la volontà di trovare una soluzione. E siamo felici che le notizie che erano trapelate dopo il sopralluogo del viceministro e che per giorni hanno scatenato polemiche infuriate su tutti gli organi di stampa, al punto da indurci ad intervenire, oggi appaiano alquanto ridimensionate nella loro gravità. Ance Sicilia è serena e fiduciosa circa la possibilità di vedere finalmente sbloccata quest’opera. Il nostro interesse è che questa, così come altre infrastrutture, si faccia presto e che non si disperdano risorse pubbliche bloccando i progetti nei cassetti. Questa nostra posizione mi è sembrata coincidente con quella illustratami oggi dal viceministro. Attendiamo ora che Anas faccia quanto le compete per la valutazione del caso, e Ance Sicilia si rende disponibile anche a contribuire tecnicamente se necessario e utile”.