Si chiama “criminalizzazione del dissenso”. Ed è l’arte della quale ha fatto abbondante uso, ai tempi dell’antimafia chiodata, Leoluca Orlando, sindaco di Palermo. Quando un avversario gli muoveva una critica, lui non entrava nel merito delle cose. Spocchiosamente sosteneva che la contestazione “faceva obiettivamente il gioco della mafia”. Chi avrebbe mai immaginato che quell’arma, politicamente così meschina, venisse usata anche da Nello Musumeci? Non sapendo come coprirsi la faccia dopo che la Corte dei Conti ha definito carta straccia il documento di programmazione approntato dal suo bullo di fiducia, il governatore non è entrato nel merito delle contestazioni. Si è limitato a criminalizzare uno dei magistrati contabili – “è di sinistra” – con la segreta speranza di delegittimare ogni osservazione che la Corte da ora in avanti farà ai bilanci della Regione.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
In difesa del bullo contro il magistrato
corte dei continello musumeci
-
Articoli Correlati
-
C’è aria di festa
nel retrobottegaProvate e tendere l’orecchio verso Palazzo d’Orleans. Capirete, dalla musica e dal fracasso, che nel…
-
Il dritto e il rovescio
di uno spot di SchifaniDopo la giravolta sull’autonomia differenziata e la capriola sulla riconferma di Marco Betta al vertice…
-
Trottolino Schifani
alla fiera di BettaTrottolino Schifani, che già ha fatto la sua bella giravolta sull’autonomia differenziata, ha voluto esibirsi…