Dai sorrisi con l’amico Rishi Sunak al G7 di Bari al broncio di Bruxelles. Dal sole della Puglia alle tenebre di una cena con gli altri leader europei che pare aver risentito del clima esterno: pieno autunno. Almeno per lei, Giorgia Meloni, il cui umore è cambiato nel giro di poche ore lunedì, non appena sbarcata nella capitale europea dopo aver ospitato un summit a Borgo Egnazia nel pieno della soddisfazione per la performance di Fratelli d’Italia alle Europee, felice di poter sfoggiare il risultato davanti agli sconfitti Emmanuel Macron e Olaf Scholz. A Bruxelles ha trovato una situazione ribaltata. La premier sapeva e sa di non poter esibire il suo tifo per un bis di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea, altrimenti le toglierebbe i voti dei socialisti che non vogliono la destra in maggioranza. Ma non si aspettava quella che oggi Giancarlo Giorgetti definisce “conventio ad excludendum assolutamente sbagliata contro l’Italia”. Ormai il caso coinvolge tutto il governo nel suo rapporto con Bruxelles. Ma il nervosismo nasconde anche dell’altro: una mancanza di strategia nella trattativa sul commissario che spetta all’Italia. Continua su Huffington Post