E’ Alberto Samonà, attuale assessore regionale ai Beni culturali nel governo Musumeci, il dirigente scelto da Prima l’Italia-Lega per il ticket con Francesco Cascio, candidato a sindaco a Palermo grazie all’asse con Forza Italia. Inizialmente la scelta era ricaduta su Francesco Scoma, che però aveva rifiutato l’investitura. “Confermo l’accordo con Fi su Palermo – dice all’Ansa il segretario regionale della Lega Nino Minardo -. Avevamo indicato su sua richiesta Francesco Scoma che era il nostro candidato, salvo poi ripensarci, e lo ringrazio comunque per l’impegno assunto con l’obiettivo di lavorare per l’affermazione del nostro candidato e della nostra lista”.

Negli ultimi due giorni, fra i “papabili”, si era fatto il nome di altri protagonisti palermitani del Carroccio: su tutti, quello dei consiglieri comunali Alessandro Anello, Igor Gelarda, Marianna Caronia e Sabrina Figuccia. Alla fine la scelta è ricaduta su Samonà, diventato assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana dopo il lungo interim di Musumeci in seguito alla scomparsa di Sebastiano Tusa. Samonà, che non ha mai nascosto le proprie origini di destra, potrebbe pescare – potenzialmente – anche fra gli elettori di Fratelli d’Italia. Il partito della Meloni, per il momento, ha scelto di non convergere sulla candidatura di Cascio e resta in campo con Carolina Varchi, che è stata, fra le altre cose, presidente provinciale di Azione Universitaria. Potrebbe trattarsi di un’altra spintarella nei confronti di Musumeci e della Meloni, che in questo frangente appaiono isolati. Anche se Vincenzo Figuccia, deputato regionale della Lega, conferma che qualcosa si sta muovendo: “Manca l’ultimo miglio per un accordo anche con Fratelli d’Italia sul nome di Francesco Cascio a sindaco di Palermo”.

L’impegno di Samonà a Palermo potrebbe convincere il presidente della Regione a cambiare volto alla sua giunta. Roberto Lagalla si era dimesso il 30 marzo per dedicarsi alla campagna elettorale di Palermo (e non è stato ancora rimpiazzato), mentre l’assessore più a rischio, al momento, è il miccicheiano Toni Scilla. L’asse Lega-Forza Italia ha finito per indebolire il presidente della Regione, la cui ricandidatura (ammesso che non voglia fare da solo) si allontana ogni ora di più.