Il lungo weekend forzista ha avuto una coda a sorpresa. Quando dall’auto che lo conduceva all’hotel Capotaormina è sceso Antonio Tajani, assieme a lui c’era anche Caterina Chinnici. Passata da qualche mese sotto le insegne dei berluscones, l’europarlamentare non ha ancora sciolto le riserve su una sua candidatura per Bruxelles. In realtà era sparita dai radar fin dallo scorso maggio, quando venne annunciato il suo “trasloco” dal Pd durante una manifestazione di Forza Italia a Milano.
Eletta nella circoscrizione Isole, nel 2019, era tornata a farsi viva per le ultime Regionali, quando si era sobbarcata l’onere di andare in giro a promuovere se stessa per una candidatura alle primarie. Vinta quella sfida, si era lentamente eclissata, giungendo terza alle spalle di Schifani e Cateno De Luca. Poi un lungo silenzio, il passaggio a Forza Italia e infine il veto. Quello nei confronti di Totò Cuffaro e dell’alleanza con la Dc. Sarebbe insopportabile, per la figlia del giudice Rocco, incrociare il destino con quello dell’ex governatore, già condannato per favoreggiamento a esponenti di Cosa Nostra.
Chinnici avrebbe ottenuto l’impegno di Tajani a non unire il destino di Forza Italia con quello di Cuffaro, condizione necessaria e sufficiente (forse) per convincerla a ri-scendere in campo. Almeno secondo la ricostruzione di Repubblica, non sarà lei a pretenderlo, ma il partito a chiederglielo. Potrebbe essere l’unica esponente della lista a non indossare i panni di deputato dell’Ars. Poi potrebbero esserci Falcone, Tamajo, la Grasso, Gennuso. Tutta gente impegnata nella trincea di Sala d’Ercole.