Nel lungo elenco di manciatari spulciato su ‘La Sicilia’ dai colleghi Mario Barresi e Luisa Santangelo, sono presenti le associazioni e i loro sponsor: cioè i deputati dell’Assemblea regionale che mettono a disposizione fior di quattrini per garantire la promozione turistica dei territori. Ma emergono anche i nomi e i cognomi di pagnottisti amici (di Schifani in questo caso), che utilizzano le proprie società per raggranellare fondi copiosi dalle pubbliche amministrazioni. Specie dall’assessorato-bancomat del Turismo, che, agendo sotto la soglia prevista dal Codice degli Appalti, si arroga la possibilità di concedere finanziamenti diretti per attività talvolta non indispensabili, che nelle Leggi Finanziarie, secondo un modus operandi sempre più in voga, vengono appena accennate.
Non solo. Anche gli altri assessorati e gli enti vigilati o controllati dalla Regione siciliana stanno oleando lo stesso meccanismo. Come nel caso del Consorzio Autostrade Siciliane che, a dispetto della deficitaria situazione in cui versano l’A18 (la Catania-Messina) e l’A20 (la Palermo-Messina), si è equipaggiata a dovere per la gestione di Facebook e Instagram: merito di un contrattino trimestrale da 65 mila euro con la Centomedia&lode (poi rinnovato per un bimestre a 25.900 euro). E’ una delle società della galassia di Maurizio Scaglione, definito un “volto notissimo nel capoluogo”. Si tratta di un giornalista ed editore, a cui fanno capo diverse società e una testata online, ilsicilia.it, che somiglia tanto al megafono del governo regionale. Fra gli ospiti più acclamati del sito d’informazione c’è l’assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità Alessandro Aricò, la cui comunicazione sui social è gestita dalla stessa società, la Centomedia&lode, per 48.800 euro.
Su ilsicilia.it è finita una campagna di prevenzione sugli incendi, per 7 mila euro. Mentre l’altra società di Scaglione, Mercurio Comunicazione, si è aggiudicata il bando “La Sicilia che piace”, da oltre 17 mila euro, che prevedeva un contributo a fondo perduto da parte dell’assessorato alle Attività Produttive. E’ la stessa che fa il giro di Asp, Teatri, Consorzi per proporre due anni di gestione dei social networks a cifre modiche (120 mila euro) e senza alcun pudore. “Tanto siamo sempre sotto soglia”. Scaglione, oltre a beneficiare della simpatia di Aricò, nel 2021 ha scritto un libro (si intitola “Mafia senza onore”) con Elio Sanfilippo, militante di lungo corso del Partito Comunista e influente presidente di Legacoop Sicilia. E’ il punto di riferimento delle cooperative rosse, compresa Confesercenti. Di recente i due soci/scrittori hanno organizzato insieme la Borsa del Turismo Extralberghiero a Palermo. Chi aiuta Schifani & Co. a dimenarsi sui social, per cogliere i margini d’intervento dei pagnottisti esperti di comunicazione, è anche la zarina di Palazzo d’Orleans, al secondo Simona Vicari. Ex sindaco di Cefalù, ma soprattutto consulente a peso d’oro del presidente sulle questioni che riguardano energia e rifiuti.
Le reti sono collaudate e impossibili da sfaldare. Con una propensione che, al netto dell’asse fra Scaglione e Aricò, si sposta soprattutto sulle coordinate forziste. Persino un partito “arrogante” come Fratelli d’Italia, da sempre legato a certi ambienti imprenditoriali, rischia di perdere il controllo (da qui la denuncia di Auteri sul commissariamento dell’assessorato al Turismo, che ha trovato la timida smentita di Amata). Tra i nomi influenti citati da ‘La Sicilia’ c’è anche quello di Danilo Dominici, responsabile della comunicazione della presidenza (ruolo assunto durante la legislatura Musumeci), i cui gradimenti sono palesi: uno riguarda la Propagati Srl, società di comunicazione molto cresciuta negli ultimi tempi: nel dicembre 2022 s’è aggiudicata una campagna bandita dal Dipartimento Acqua e Rifiuti sul risparmio idrico (per 244 mila euro) e, visto che aveva lavorato bene, l’anno scorso è stata destinataria di un affidamento diretto da 83 mila euro per concedere il bis.
Un altro orgoglioso rappresentante dell’universo schifaniano, che nell’ultimo periodo si è quasi defilato, è Andrea Peria Giaconia. L’imprenditore cinematografico, grazie all’esperienza borderline maturata alla Sinfonica (come sovrintendente), sembrava pronto per il grande salto al Teatro Massimo. Ma il sogno si è infranto sui soliti problemi legati all’incompatibilità col Corecom, dove riveste il ruolo di presidente. Così ha dovuto desistere. Ma non è un mistero la sua appartenenza al cerchio magico: l’associazione Terzo Millennio, con la manovra-ter di fine luglio (il sistema è lo stesso scoperchiato “grazie” ad Auteri), si è aggiudicata 150 mila euro per l’organizzazione della XVI edizione di Porto d’Arte, la rassegna cinematografica all’aperto che si tiene alla Terrazza di Sant’Erasmo. Terzo Millennio, come scrive Il Domani, è detenuta all’80 per cento da Peria, che è stato anche lo spin doctor della campagna elettorale di Renato Schifani nel 2022.
Tra i pagnottisti di Palazzo d’Orleans ha scalato posizioni anche Antonello Blandi, pubblicitario e artista, che ha seguito passo passo l’esperienza del governatore ad Assisi, in occasione delle celebrazioni di San Francesco. A Blandi arrivarono 28 mila euro dall’ufficio Cerimoniale di Palazzo d’Orleans per la realizzazione di un logo, 29 mila dall’assessorato al Turismo per l’organizzazione di una mostra e 45 mila dall’assessorato all’Agricoltura per stampare 500 opuscoli informativi per la partecipazione della Regione ad eventuali fiere. Anche lui è un amico personale di Schifani oltre che del commissario regionale di Forza Italia Marcello Caruso. Ma anche per lui, come per tutti gli altri, dovrebbe valere il diktat di Galvagno, che ha annunciato uno stop ai contributi parcellizzati previsti dalle leggi di spesa in discussione all’Ars, a cominciare dalla prossima Finanziaria. “Facciamo un bando unico, per accedere a tutti i finanziamenti del settore, e affidiamolo all’assessorato al Turismo”, è la proposta del presidente dell’Ars. Non è che formulata in questo modo sia molto più rassicurante…
Quello dei pagnottisti interessati a piccioli e consulenze, e dei deputati che provvedono a sfamare i sindaci “amici” per rifornire il loro bottino elettorale, resta comunque il male minore. E’ un pagnottismo (quasi) straccione. Miserie rispetto alle grandi pagnotte che sono volate e continuano a volare verso Mediaset e Urbano Cairo. Il veglione di Capodanno a Catania, con un investimento previsto da due milioni, sarà l’ennesima dimostrazione. E, c’è da scommetterci, neanche l’ultima.