“In Inghilterra, che è stata la prima ad aprire tutto e lasciare il virus a briglia sciolta, la variante sta causando 15 mila casi al giorno. Ma i morti sono tra i 10 e i 20. Non la media di 300 al giorno come in passato. I sintomi sono più o meno gli stessi, ma non c’è più la perdita dell’olfatto e sono più frequenti i casi gravi. Si infetta anche qualche vaccinato. Ma chi ha fatto già le due dosi rarissimamente ha degli effetti gravi. Per questo l’invito, ancora più intenso, è a vaccinarsi”. Lo ha detto Fabrizio Pregliasco, virologo all’Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano. Anche in Italia è atteso un colpo di coda, ma “se siamo fortunati, sperabilmente, i casi gravi non cresceranno proporzionalmente al contagio”. Gli ha fatto eco Franco Locatelli, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità: “E’ importante proseguire con la campagna vaccinale, una dose sola non copre adeguatamente, va completato il ciclo vaccinale per la protezione da patologia grave e ancor di più per il rischio letale”.
La Sicilia sta provando, lentamente, ad adeguarsi. Fin qui l’unico caso certo riscontrato, il 6 giugno scorso, quello di una ragazza agrigentina rientrata dal Regno Unito. Altri tamponi sono in attesa del sequenziamento, fra cui quello del capo delegazione indonesiano giunto a Catania per il G20. Il Ministro Speranza ha disposto l’obbligo di tampone e cinque giorni di quarantena per chi rientra dai paesi a rischio, e anche Musumeci ha reintrodotto il tampone obbligatorio in porti e aeroporti. Basterà? Tutto dipende dalla capacità vaccinale, che in Sicilia fa segnare un netto rallentamento. La ‘caccia’ agli over 60, nonostante l’impiego di sei team dell’esercito, fin qui si sta rivelando un buco nell’acqua. Sono completamente scoperti 320 mila siciliani rientranti in quella fascia d’età. Più o meno lo stesso numero è in attesa del richiamo. La preoccupazione ulteriore è dettata dal fatto che Pfizer, nel mese di luglio, ridurrà i rifornimenti del 40%. Le dosi a disposizione saranno circa 1,2 milioni, ma una grossa fetta è già impegnata per le secondi dosi. Per le 400 mila prime dosi disponibili, invece, soltanto un quarto sono state ‘aggiudicate’.
Pare che la spinta propulsiva verso la campagna di vaccinazione abbia subito un arresto. Come segnala in un post il direttore generale dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò, in riferimento alla provincia iblea: “23 giugno. Totale popolazione da sottoporre a vaccinazione 260.015. Popolazione vaccinata 134.339 (52%). Popolazione non vaccinata (che dovrebbe vaccinarsi) 125.676 (48%). Disponibilità vaccini nella settimana tra il 23 e 29 giugno 17.253 dosi (Pfizer, Moderna, Janssen). Persone prenotate ad oggi (tra il 23 e 29 giugno) 4.957. Restano 12.296 dosi da poter somministrare. Sembra che sia passata la voglia di vaccinarsi. Sembra che non sia successo nulla. Sembra che ci si stia trasformando da Homo sapiens ad Homo “distrattus”, cancellando troppo in fretta dalla nostra memoria qualcosa che ancora esiste e ci mette a rischio. Spendete qualche parola per convincere i vostri parenti, amici e conoscenti che non lo abbiano fatto, a vaccinarsi”.
Ieri, nel frattempo, sono state prorogate le “zone rosse” di Valguarnera Caropepe, nell’Ennese, e di Santa Caterina Villarmosa, nel Nisseno. In entrambi i territori le restrizioni rimarranno in vigore sino al 1° luglio (compreso). Lo dispone un’ordinanza del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, a seguito delle relazioni delle Asp competenti e sentiti i sindaci dei Comuni interessati.
Chiude l’hub di Sant’Agata li Battiati: mancano i condizionatori
“Toh, d’estate fa caldo. Chi l’avrebbe mai detto, in Sicilia, a ridosso di luglio? Ai responsabili dell’Asp di Catania, costretti a chiudere l’hub vaccinale di Sant’Agata Li Battiati, perché presi in contropiede per l’improvviso e inaspettato arrivo delle alte temperature, la nostra solidarietà”. Lo affermano, in chiave evidentemente ironica, i deputati regionali del M5S all’Ars, componenti della commissione Sanità, Francesco Cappello, Giorgio Pasqua, Antonio De Luca e Salvatore Siragusa. “Organizzare un hub vaccinale in un centro non dotato di climatizzatori – dicono – ci sembra la genialata del secolo. A quanto pare la Regione si sta muovendo con la sua caratteristica andatura da tartaruga azzoppata per metterci una pezza, e intanto a farne le spese, come sempre, sono i cittadini, che hanno trovato i cancelli chiusi a fronte di prenotazioni regolarmente fatte e, per giunta, a quanto pare, senza comunicazione dello stop, che avrebbe quantomeno risparmiato loro un viaggio a vuoto e, presumibilmente, di perdere inutilmente una giornata di lavoro. A loro va la nostra vera e convinta solidarietà”. “Disservizi come questi, di cui la cattiva gestione Musumeci-Razza purtroppo è infarcita – concludono i deputati – purtroppo, per quanto incredibili, non riescono a meravigliarci. Ci sarà un motivo perché la Sicilia ancora oggi è ai vertici dei contagi in Italia?”.