L’unica cosa utile di questo Giro di Sicilia che si riaffaccia nell’Isola a due anni dall’ultima edizione (ch’era anche la prima di una nuova serie, ed era costata alla Regione un bel gruzzoletto) è che per l’occasione avremo le strade perfettamente asfaltate e, anche se nessuno lo dice, libere da rifiuti. Il primo provvedimento è nero su bianco, annunciato settimane addietro dall’assessore Falcone. L’arrivo della carovana ha convinto la Regione a procedere con un intervento di manutenzione “in tempi record” lungo le arterie di sei province che saranno attraversate dalla corsa. Costo dell’operazione: sei milioni di euro. Almeno un risultato l’abbiamo portato a casa. Ma il resto è tutto da valutare.
Questa edizione del Giro di Sicilia – dal 28 settembre all’1 ottobre – rientra nel pacchetto originario, poi stravolto dalla pandemia, che prevedeva anche due passaggi del Giro d’Italia (per 10 milioni di euro complessivi versati a Rcs Sport, la società di Urbano Cairo). In realtà la corsa rosa è partita dall’Isola solo a ottobre dello scorso anno, mentre nel 2021 il tracciato è stato rivisto. Il Giro di Sicilia, invece, è reduce dalla cancellazione dello scorso anno; è un evento di per sé “minore”, che però verrà arricchito dalla partecipazione di importanti ciclisti di fama mondiale, tutti un po’ anzianotti. Dal nostro Squalo di Messina, Vincenzo Nibali, passando per il campione spagnolo Alejandro Valverde; ci sarà anche Chris Froome, il britannico vincitore di Tour de France. La corsa si snoderà per quattro tappe: la Avola-Licata (179 km); la Selinunte-Mondello (173 km); la Termini Imerese-Caronia (180 km); e la Sant’Agata di Militello-Mascali (180 km).
Un’operazione i cui risultati vanno misurati sul campo. Ma le biciclette e i cavalli sono i due modelli di turismo sostenibile a cui Musumeci – finché ci sarà lui – non è disposto a scandagliare altre soluzioni: “Puntiamo, oltre che al turismo “tradizionale”, ad attrarre turismo di settore ed i flussi legati al segmento sportivo d’eccellenza. Per questo – lo annunciamo oggi (ieri per chi legge) – siamo pronti ad accogliere, l’anno prossimo, il ritorno del Giro d’Italia. La volontà del governo regionale è quella di lanciare, anche attraverso eventi così rilevanti, un forte segnale di rivincita e di speranza alle migliaia di persone appassionate di questo antico e popolare sport”. Un’ultima passerella non si nega nessuno. A che prezzo, però?