Tra gli esclusi di lusso della direzione nazionale ci sono due ex sindaci di comuni capoluoghi siciliani: non riescono nella scalata a Roma l’ex primo cittadino di Catania, Enzo Bianco, e soprattutto l’ex sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale. Sostenitore di Faraone nella battaglia locale, ma passato sul carro di Zingaretti (“La mia è una posizione autonoma” aveva spiegato alla vigilia dei gazebo) in occasione delle Primarie. Non fa parte del nuovo corso nonostante la mozione Zingaretti, nella sua Ragusa, abbia fatto registrare numeri da capogiro: addirittura l’88,8%. Merito di Dipasquale, unico rappresentante di calibro della provincia iblea dopo che alle ultime Regionali ha “fatto fuori” un altro ex sindaco – di Comiso stavolta – cioè Pippo Digiacomo.
Al momento dovrà accomodarsi in tribuna e dare manforte a Faraone. Anche se, ha ribadito il deputato regionale “dem”, “io non ho mai voluto entrare nella direzione del Pd, tanto che non mi sono candidato nemmeno all’assemblea nazionale. Non sono per i doppi ruoli, è un fatto di coerenza”. Sono fuori anche l’ex assessore al Turismo Barbagallo e l’ex segretario regionale Fausto Raciti. Oltre a Beppe Lumia, zingarettiano di area Emiliano. Il quale, dopo l’audizione di Musumeci alla commissione regionale Antimafia, è entrato dal portone principale nello scandalo che ha investito l’ex re di Sicindustria, Antonello Montante. Ma potrebbe correre alle prossime Europee.