Avete visto come scorre veloce e vacuo il libro delle banalità, dei falsi conflitti e dei finti eroi? Fino a ieri l’Italia bella e intellettuale si strappava le vesti per la professoressa di Palermo sospesa da un truce burocrate per non avere sorvegliato adeguatamente su un video dei suoi alunni che inopinatamente accostavano le leggi razziali del fascismo al decreto sicurezza voluto dal vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini. Ma oggi quella pagina è già volata via. Cancellata e annegata nel nulla. Oggi torniamo a incontrarci e scontrarci sull’eterna questione degli immigrati: porti chiusi o porti aperti, santifichiamo il duro ministro dell’Interno o il procuratore Patronaggio? Però fateci caso: la scaletta del nostro dibattere ce la detta sempre lui, l’insopportabile e irredimibile Salvini. Croce e delizia del nostro tempo. Un tempo acido e greve.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Il tempo greve del nostro dibattere
luigi patronaggiomatteo salvini
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