Ok definitivo della Camera dei Deputati al taglio dei parlamentari. Il disegno di legge costituzionale che riduce i deputati a 400 dai 630 attuali ed i senatori a 200 dagli attuali 315, è stato definitivamente approvato a Montecitorio con 553 voti a favore, 14 contrari e due astenuti. Trattandosi di un disegno di legge costituzionale, era richiesta la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea, pari a 316 voti. Un applauso dell’Aula proveniente soprattutto dai banchi di M5s, ha salutato l’approvazione definitiva della riforma.
Taglio secco per 345 “poltrone”. Il risparmio che ne verrà per le casse dello Stato è di una ottantina di milioni l’anno. La riforma entrerà in vigore dalla data del primo scioglimento delle Camere. Il numero degli abitanti per deputato aumenta da 96.006 a 151.210. Il numero di abitanti per ciascun senatore cresce da 188.424 a 302.420. Al momento, la Regione più colpita dal provvedimento è la Sicilia, i cui rappresentanti alla Camera passerebbero da 25 a 15 nel Collegio 1 (-40%) e da 27 a 17 nel Collegio 2 (-37%). Va un po’ meglio al Senato, dove i nuovi eletti sarebbero 16 a fronte dei 25 attuali (comunque -36%). La seconda regione più colpita è il Lazio per la Camera. Mentre a Palazzo Madama si abbatterà una scure sull’Umbria, che perderebbe oltre il 57% dei senatori. A seguito della riforma, però, sarà necessario ridisegnare i collegi con un’altra legge. Al taglio dei parlamentari si è fermamente opposta + Europa, il partito di Emma Bonino e Fabrizio Ferrandelli, il palermitano che per ben due volte ha sfidato Leoluca Orlando per la poltrona di sindaco e ieri, su Facebook, ha definito la riforma una “idiozia istituzionale”.
Secondo il leader dei Coraggiosi, attuale consigliere comunale a Palermo, “ci vuole una riforma complessiva istituzionale che tenga conto, anche dovendo operare delle riduzioni, del sistema elettorale. Altrimenti significa tagliare i parlamentari ma anche la rappresentanza nei territori. I siciliani con questa legge non avrebbero, sostanzialmente, posti in Senato, che sono quelli che più contano. Noi siamo a favore di una modifica della legge elettorale che consenta un adeguamento della rappresentanza parlamentare, che sia in grado di rappresentare in maniera proporzionale e non così liberticida i territori. Se avessimo parlato di dimezzare i compensi, ma di mantenere la rappresentanza, credo che sarebbe stata più seria come posizione. Poi è anche vero se i parlamentari sono gli stessi che perdono i finanziamenti per il Sud, che non riescono a investire nelle infrastrutture e ci portano a una politica di infrazione, i cittadini non li vorrebbero affatto. Ma questo è un tema che attiene più al malcostume generale della rappresentanza e alla selezione del consenso”.
La maggioranza giallorossa, inoltre, ha approvato un documento con alcune linee guida per sopperire al taglio degli eletti: prevede il voto dei 18enni per l’elezione del Senato; la modifica della platea che elegge il presidente della Repubblica, con la riduzione dei delegati regionali; la modifica dell’elezione del Senato, non più su base regionale; e, dulcis in fundo, l’avvio di una riforma elettorale che guardi al proporzionale (anche se la Lega si è già opposta e ha proposto un referendum per l’abrogazione della parte proporzionale del Rosatellum, spingendo forte sulla formula del maggioritario).