L’ex capo dell’ufficio del Gip di Palermo Cesare Vincenti si è suicidato lanciandosi dal balcone della sua abitazione, nella zona residenziale di via Sciuti, nel comune capoluogo. Vincenti e il figlio Andrea, che è avvocato, erano indagati dal giugno scorso dalla Procura di Caltanissetta per corruzione e rivelazione di notizie riservate nell’ambito dell’indagine sulla presunta fuga di notizie relativa all’ex patron del Palermo Maurizio Zamparini. L’imprenditore avrebbe appreso preventivamente di una richiesta di custodia cautelare nei suoi confronti.
Anche se l’avvocato della famiglia, Paolo Grillo, smentisce il legame del gesto inconsulto con l’inchiesta in corso: “La questione dell’avviso di garanzia non c’entra assolutamente nulla con quello che è accaduto oggi. Il presidente Vincenti soffriva di depressione da un anno circa, ha tentato di curarsi ma purtroppo le cure non hanno avuto effetto” ha detto l’avvocato. Alcuni tra i colleghi accorsi a casa di Vincenti, però, hanno denunciato lo stato di “isolamento” patito dal giudice dopo l’inchiesta. Alla sua festa di pensionamento non si sarebbe presentato quasi nessuno. “Nel processo – ha detto il legale della famiglia lasciando l’appartamento – ci difenderemo nel modo opportuno ma ripeto non c’è alcun tipo di collegamento. Neanche con i fatti che riguardano il figlio”.
Al momento del suicidio in casa di Vincenti era presente soltanto la figlia, che è già stata sentita dagli inquirenti assieme alla madre. I militari della compagnia di San Lorenzo hanno acquisito le immagini di videosorveglianza del condominio. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Federica La Chioma.