“Solo noi possiamo salvare Palermo”

E’ la solita Palermo. Zero certezze, tanta confusione e progetti lasciati a metà. Lo sciopero dei dipendenti della Rap ha aggravato la questione rifiuti, che l’ampliamento della sesta vasca, a Bellolampo, servirà soltanto a rintuzzare. Al Cimitero dei Rotoli oltre 700 bare rimangono accatastate in deposito. Ma sul groppone della città, negli ultimi giorni, incombe la prospettiva del default. L’avvocatura comunale, infatti, ha chiesto al ragioniere generale Paolo Basile di accantonare sul fondo Rischi spese legali 193 milioni. Una cifra enorme che – Basile dixit – potrebbe far precipitare “irrimediabilmente l’ente in una situazione di insuperabile precarietà e dissesto”. “E’ emersa una differenza di 117 milioni rispetto all’ultima relazione consegnata sei mesi fa – dice Alessandro Anello, segretario cittadino della Lega e consigliere comunale – e riguarda due grandi voci: la gestione dell’immenso patrimonio dell’Immobiliare Strasburgo e il fallimento di Amia e Gesip. La prima ha dell’incredibile dal momento che si tratta di una trentina di immobili destinati a scuole e uffici per decenni, che l’Agenzia dei beni confiscati aveva trasferimento al patrimonio comunale nell’agosto 2013”.

Adesso che succede?

“Aspettiamo una ulteriore relazione dettagliata da parte dell’Avvocatura, perché si tratta di una cifra talmente elevata che è difficile immaginare degli aggiustamenti in bilancio o compensazioni su altri capitoli. La soluzione più praticabile prevede di andare in deroga, abbassando la quota di accantonamento. La prossima settimana sarà decisiva”.

Il sindaco Orlando ha lanciato l’ipotesi di creare una holding che accorpi le società partecipate del Comune, generando un unico soggetto giuridico con dentro Rap, Reset, Sispi, Amg e Amat.

“Sarebbe una decisione che metterebbe in condizioni critiche anche le società municipalizzate che, nonostante i disastri della giunta, fino ad oggi sono riuscite a portare avanti le attività senza conti in rosso. Le partecipate che invece versano già in condizioni di bilancio drammatiche, a partire da Rap e Amat, farebbero piombare nel baratro anche le realtà che fino ad ora erano riuscite a salvarsi. Uno scenario da scongiurare. Questa holding, invece, sarebbe un minestrone da cui rimarrebbero escluse le società che il Comune di Palermo non controlla totalmente: l’Amap, che è partecipata anche dagli altri Comuni dell’area metropolitana (seppur con quote simboliche), e la Gesap, dove Palazzo delle Aquile non è neppure il socio di maggioranza. Ma perché Orlando fa questo? Probabilmente per penalizzare e condizionare l’attività del prossimo sindaco, visto che non potrà essere (per fortuna) più lui. Fra l’altro, per la messa a punto di questa fantomatica holding non passerebbero meno di 6-12 mesi: significherebbe caricarla totalmente sulle spalle del nuovo primo cittadino, che riceverebbe in dote dal sindaco di Palermo uscente un disastro ancora più grande di quello attuale”.

La questione rifiuti è sempre pronta a esplodere. In questi giorni, con l’agitazione nel personale della Rap, è stato sospeso nuovamente il ritiro degli ingombranti.

“E’ una situazione da tenere d’occhio. La Rap in questo momento contesta all’Amministrazione 60 milioni di fatture non saldate. A creare agitazione contribuiscono gli stipendi arrivati con dieci giorni di ritardo e i mancati pagamenti ai fornitori. Se a questo si aggiunge che non è stato approvato entro il 31 dicembre il PEF Tari (piano economico finanziario), che non c’è il saldo della fattura di 7,5 milioni di extracosti che doveva pagare la Regione per il trasporto dei rifiuti fuori città, è chiaro che l’ambiente è in allarme. Tutto questo è determinato da una totale assenza di programmazione”.

Capitolo Cimiteri. E’ iniziata l’estumulazione dei feretri sepolti da oltre 25 anni per fare spazio alle 700 bare già in deposito. Risolverà il problema?

“E’ una soluzione tampone, l’ennesimo tentativo per cercare di recuperare qualche posto. Un’attenta programmazione avrebbe evitato questo scempio già da anni, e invece: la riparazione del vecchio forno crematorio è ferma; i fondi per quello nuovo sono stanziati, ma l’opera non è partita e non la vedremo per i prossimi due anni; il famoso cimitero di Ciaculli, che risolverebbe la carenza di posti, è fermo al project financing dal 2012, cioè dall’indomani dell’elezione di Orlando. A tutto questo si aggiunge il fatto che l’anno scorso il sindaco ha licenziato l’assessore D’Agostino, dicendo che avrebbe preso lui in mano la situazione e risolto il dramma delle bare a deposito. Macché, il conto è addirittura peggiorato: ce ne ritroviamo 700… E lo ripeto: non sarà l’estumulazione dei feretri o l’acquisto prossimo venturo di 400 loculi mobili, tanto meno la convenzione con il cimitero di Sant’Orsola, a risolvere la questione. Non è così che si amministra la quinta città d’Italia”.

L’assessore all’Urbanistica, Giusto Catania, riproporrà l’atto deliberativo sulla riqualificazione dell’area dell’ex Grande Migliore, già bocciato in Consiglio con l’astensione di alcuni elementi della maggioranza. Di cosa è sintomo questa confusione?

“Quando in aula venne bocciata la mozione di sfiducia al sindaco, dichiarai che per 18 mesi sarebbe stata una lenta agonia. I fatti mi stanno dando ragione. Orlando non ha una maggioranza, ma tre-quattro liste che cercano di sostenere la sua attività, ma che spesso – come nel caso dell’ex Grande Migliore – si ritrovano a non condividere nemmeno le delibere.  Quando c’è un partito che spinge per avere l’approvazione di un atto e un altro partito che esce dall’aula, non si presenta o si astiene, significa che manca una visione comune”.

Nel governo Draghi, anche la Lega segue l’indirizzo generale: solo ministri del Nord. Speravate in una migliore ripartizione geografica? Anche se Garavaglia al Turismo potrebbe essere una discreta notizia.

“Lo è senz’altro. E non ne faccio una questione di territorialità. Alla Lega sono toccati dicasteri importanti, tra cui lo Sviluppo Economico. Il turismo, poi, è strategico per una città come Palermo, che a causa della pandemia sta soffrendo parecchio. Saprò far valere le mie funzioni per essere accolto dal ministro Garavaglia. Ci faremo sentire dove serve”.

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