“L’illegalità nei cimiteri è finita”. Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha cancellato una vergogna che si trascinava da parecchi anni. Sono state abbattute 72 tombe abusive e si è istaurato un sistema di turnazione che consentirà alla città di non subire più l’umiliazione delle bare accatastate in un capannone. Ma non c’è da far festa. “Se si rimuovono le illegalità significa che in passato la legge è stata violata”, ha sottolineato Lagalla. Il riferimento, va da sé, è al suo predecessore. A quel Leoluca Orlando che avrebbe dovuto dare dignità ai morti e non ha saputo dargliela; che avrebbe dovuto eliminare l’illegalità e invece l’ha tollerata. Ma se chiedete un giudizio ai puri e duri dell’antimafia – impegnati in queste ore a scegliere chi ammettere e chi no alla cerimonia per Borsellino – vi diranno che Orlando è il santo e che Lagalla è il reprobo.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Il santo e il reprobo alla guida di Palermo
leoluca orlandoroberto lagalla
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