Il ritorno dei catanesi in Forza Italia

Il presidente dellArs, Gianfranco Micciché, apostrofa il M5S: "Ecco perché i loro disegni non diventano legge"

Il passato che ritorna. Ora che Angelino Alfano è sparito dalla scena politica, gli ex Ncd, leggasi Pino Firrarello, Giuseppe Castiglione e Giovanni La Via, hanno scelto di tornare nel grande contenitore liberale di Forza Italia. E lo hanno fatto ufficialmente sabato, a Catania, in un incontro col coordinatore regionale Gianfranco Micciché. Il presidente dell’Ars, dopo aver ribadito la pericolosità di M5s e di Salvini, definito una persona “brutta”, e aver avvisato Berlusconi (“Se pensa che il nostro futuro con Salvini, sbaglia. Io la penso molto diversamente”), ha accolto a braccia aperte il ritorno degli ex dissidenti, che nel 2013 scelsero, all’indomani delle elezioni Politiche in cui non vinse nessuno, di accompagnare per mano le esperienze dei governi di sinistra (da Letta a Gentiloni).

Un posizionamento chiaro con vista sulle Europee, dove La Via, per citarne uno, chiede spazio per l’ennesima riconferma. Ma in questo feudo catanese, che alle ultime Amministrative ha portato a palazzo di Città Salvo Pogliese, è proprio con l’ex sindaco che si crea una frattura. L’assenza di Micciché a un altro evento forzista, organizzato da Basilio Catanoso, ha fatto alzare il livello di guardia: “Gli assenti hanno sempre torto – ha detto Pogliese durante un intervento pubblico – A chi nel mio partito vagheggia scenari di accordi con il Pd, di Patti del Nazareno 2.0, dico che noi non lo permetteremo. Il centrodestra unito è vincente, e in un centrodestra unità Forza Italia può essere trainante”. Un chiaro messaggio a Micciché, che invece degli accordi “elettorali” con la Lega non sa più che farsene, e lo dice chiaramente: “Era inevitabile che prima o poi dovessero emergere le divisioni tra l’anima civile e quella più dura di Forza Italia. Se a qualcuno questo stato di cose non sta bene, liberissimo di andare. Si sappia che io sono liberale, lo sono sempre stato e non potrò mai essere fascista”.

Enrico Ciuni :

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