Scritto e diretto da Michele Guardì, firma dei Fatti Vostri, arriva a teatro ‘Il caso Tandoy’, “una commedia civile che ripercorre uno degli errori giudiziari più clamorosi degli anni ’60”. Come spiega Guardì al Corsera, si tratta dell’omicidio “di un commissario di pubblica sicurezza a passeggio con la moglie nel viale principale di Agrigento. Il procuratore incaricato delle indagini fa arrestare l’amante della donna, il primario dell’Ospedale Psichiatrico della città, convinto che si tratti di un delitto passionale. Nessuna prova, improbabili indizi, il procuratore è ostinato, esclude qualsiasi altra pista”. Il primario, come si legge nell’articolo di Renato Franco, rimarrà in carcere 9 mesi, la vedova verrà accusata di aver partecipato all’assassinio del marito, 3 mesi in prigione pure lei. Verranno assolti «per non aver commesso il fatto».
Ma l’aspetto grottesco è un altro: “I giornali – dice Guardì – si accanirono sugli aspetti scandalistici, si gonfiarono di maldicenze a sfondo sessuale. Il giorno dell’assoluzione in prima pagina ci fu un grande titolo: Palermo-Parma 0-0”. Un po’ come accade oggi. I grandi scandali esplodono. Ma quando si sgonfiano sono in pochi a tenere i riflettori puntati. “La lezione amara è che non è cambiato nulla – sostiene il regista – Il senso di questa commedia è agire sulla memoria, perché la memoria ci permette di ragionare e riflettere sul futuro. Si mescola l’ostinazione di un procuratore che prima decide chi sono gli assassini e poi cerca le prove, il tutto nel tessuto di una città che cercava sporcizia a tutti i costi, nefandezze inesistenti, edizioni straordinarie dei giornali scandalistici a caccia di lettori”.
Dopo l’anteprima ad Agrigento a gennaio, ‘Il caso Tandoy’ approda a Roma alla Sala Umberto per poi girare l’Italia; protagonista Gianluca Guidi, il figlio di Lauretta Masiero e di Johnny Dorelli, nel ruolo dell’autore che mette in scena la commedia.