L’ultimo tweet avvenente del vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, era di venerdì 1° ottobre: “Al lavoro per la ripresa della Sicilia”, scriveva l’assessore all’Economia, annunciando l’ennesima tavola rotonda sui temi che più gli aggradano: “Sicilia tra Pnrr e fondi comunitari. Opportunità e sfide per imprese e istituzioni”. A distanza di un paio di giorni, però, il Ministero per le Politiche Agricole gli ha tirato l’ennesimo schiaffone, bocciando 31 dei 64 progetti inviati dalla Regione per accedere alla quota parte dei finanziamenti destinati alle infrastrutture irrigue, e già previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Trentuno progetti siciliani – dal valore complessivo di 400 milioni – sono risultati non ammissibili. Gli altri, invece, non li hanno nemmeno considerati. Non compaiono da nessuna parte, e l’assessore all’Agricoltura Toni Scilla non ne comprende il motivo.
La bocciatura, però, è lampante. Stordente. Nei confronti della progettazione (messa nero su bianco) e, probabilmente, del metodo. Scilla se la prende con Patuanelli, ministro dell’Agricoltura, facendo leva sul fatto che è un grillino. Ma “lo studente scarso che dà la colpa ai professori cattivi”, per usare una citazione dei Cinque Stelle siciliani, non giustifica il fallimento. Né basterà a placare la sete di vendetta di Palazzo d’Orleans, che non potrà contare su un governo amico (sono in tanti a sostenerlo, anche Micciché) fin quando non avrà elaborato il lutto dei propri sprechi ed espiato i peccati delle proprie negligenze. Ad esempio quella voglia smodata di voler utilizzare i soldi che ci arrivano dall’Europa – i cosiddetti fondi strutturali – con la logica delle sagre e dei territori, elargendo spartizioni in vista di future campagne elettorali. Di questo la classe dirigente siciliana è responsabile fino al midollo. E finché non cambierà rotta sarà costretta a patire le pene dell’inferno.
Eppure, di fronte a una tirata d’orecchie, non manca mai la sorpresa. E tanto meno il vittimismo. A proposito: oggi Armao interverrà all’Assemblea elettiva della Cna, sotto lo slogan “Ripartiamo Insieme”. Si parlerà di Sicilia come traino del Mezzogiorno, di Pnrr e investimenti, di opportunità per le imprese. Non vorremmo che, dopo aver sponsorizzato l’appuntamento su Twitter, ci ritrovassimo a dover piangere altre stroncature. D’altronde ogni intervento di Armao sul Pnrr è foriero di sventure: la creazione di una task force (composta da alcuni fedelissimi dell’assessore) per il monitoraggio di costi e progetti relativi ad alcune ‘missioni programmatiche’, aveva portato il governo sull’orlo di una crisi. Solo dopo aver derubricato la “cabina di regia” a mero “gruppo di lavoro”, con la consapevolezza che lo strumento non servirà a un bel niente, ha impedito in extremis una guerra fra bande. L’operazione post-pandemia, che dovrebbe portarci a un aumento del Pil del 5,5% a fine anno (a proposito: su quali basi?), comunque non poteva cominciare peggio.