Sul Ponte Falcone fa concorrenza a Roma

“Le ultime notizie che giungono dal Governo di Roma riguardo il Ponte sullo Stretto ci lasciano quantomeno perplessi. Al netto delle ironie circolate sui social network riguardo le dichiarazioni del ministro Paola De Micheli, quello che ci preoccupa è di apprendere dalla stampa della creazione di un Comitato che dovrebbe esaminare delle proposte sull’attraversamento stabile fra Sicilia e Calabria. Secondo quanto abbiamo letto, fra i 16 membri individuati dal Governo non ci sarebbe alcun esperto in rappresentanza di Sicilia e Calabria. Una circostanza cui ci auguriamo il ministro ponga celermente rimedio”. Lo dichiara l’assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana Marco Falcone, riguardo la notizia della creazione di un Comitato governativo di studio sull’attraversamento fra Sicilia e Calabria.

Il gruppo lavoro è stato incaricato formalmente di fornire “entro due mesi” non una scelta tra una soluzione e l’altra, ma “gli elementi per le valutazioni e le decisioni politiche”, che naturalmente poi saranno prese dal governo. Ne fanno parte i tecnici del ministero: il capo della segreteria tecnica del ministro, Mauro Antonelli, il capo del Dipartimento per i Trasporti, Speranzina De Matteo, il capo del Dipartimento per le infrastrutture, Pietro Baratono e la dirigente della Struttura tecnica di missione, Tamara Bazzichelli. Poi i vertici degli enti competenti: il presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, Massimo Sessa, e quello dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Carlo Doglioni, insieme agli amministratori delegati di Rete Ferroviaria Italiana, Maurizio Gentile, dell’Anas, Massimo Simonini, di Italferr, Aldo Isi, e della Rete Autostrade del Mare, Ennio Cascetta.

I professori sono sei: Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano, Caterina Di Maio, ordinaria di Geotecnica all’università della Basilicata, Armando Cartenì, docente associato di Trasporti a Napoli, Gabriele Malavasi, ordinario di Trasporti alla Sapienza, Attilio Toscano, ordinario di idraulica agraria a Bologna, e Giuseppe Catalano, ordinario di Ingegneria economico-gestionale alla Sapienza. E nessun siciliano.

“Preso atto di uno scenario che confidiamo non si risolva in una melina, in sinergia con la collega assessore della Regione Calabria Mimma Catalfamo – ha spiegato ancora Falcone – entro fine mese insedieremo una Commissione coinvolgendo le università, gli ordini professionali e i principali esperti in materia. Intendiamo dimostrare che, oggi ancor più di ieri, il Ponte sullo Stretto è l’unica infrastruttura che può cambiare il futuro di tutto il Mezzogiorno e d’Italia”.

Le ironie sulla pista ciclabile della De Micheli

Forse il ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, s’era persa le puntate precedenti. O, semplicemente, ha pensato di spararla più grossa di tutti: “Abbiamo istituito una commissione – ha scritto ieri sera su Twitter, al termine dell’incontro fra Conte e Musumeci, cui era presente anche lei – per capire qual è lo strumento migliore per collegare la Sicilia alla Calabria. Per collegarle su ferro, su strada e con una pista ciclabile. L’opera che verrà deve essere sicura ed economicamente sostenibile”. Concetto ribadito in tv, al Tg2 Post. Eppure, una passerella in legno – investimento ridotto, zero impatto per l’ambiente – sarebbe certamente più credibile di una pista ciclabile.

Mentre qualcuno, compreso il viceministro Cancelleri, pensa di ridare dignità alla Sicilia e sogna un tunnel subalveo su cui innestare i treni ad alta velocità – almeno fino a Palermo – o, nella peggiore delle ipotesi, ritirare fuori dai cassetti l’idea del Ponte (bocciata da 40 anni a questa parte), altri – la De Micheli – tirano fuori queste idee talmente avveniristiche da sembrare assurde. Anche secondo il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, che agli Stati generali della Cgil Puglia, ha ironizzato: “Non voglio citare il ponte sullo stretto di Messina su cui si esercita la fantasia dei miei colleghi di governo: ora dopo il ponte ci sarà il tunnel, le piste ciclabili, arriverà anche il monopattino, e spero che nessuno proponga la funivia o la catapulta”. Un concetto ripreso sa Maria Stella Gelmini, di Forza Italia, che accenna pure alla catapulta.

Ovviamente la proposta del Ministro ha suscitato le ironie del web, ma bisognerebbe capire come l’hanno presa gli esperti – riunitisi per la prima volta – che dovranno prima approntare “uno studio trasportistico, poi una valutazione economica e ingegneristica” per vedere come ricucire l’Italia. Anche il suo predecessore, Danilo Toninelli, aveva immaginato di far diventare il ponte Morandi, a Genova, un “un luogo di incontri, in cui le persone si ritrovano, possono mangiare e possono giocare”. A Messina è già tanto che ci passino le macchine.

Intanto anche la Regione, dopo le sollecitazioni dei mesi scorsi, esulta perché “finalmente il Ponte sullo Stretto di Messina assume una rilevanza strategica per le infrastrutture da parte di tutte le Regioni italiane”. Lo ha detto Musumeci, commentando la decisione della Commissione Affari finanziari della Conferenza della Regioni che, su proposta di Sicilia e Calabria, ha inserito il progetto del Ponte nel Piano straordinario di infrastrutturazione nazionale, già depositato alla Commissione Bilancio del Senato per essere discusso nell’ambito dell’iter di conversione del cosiddetto “Decreto agosto”. Un passo avanti e tre indietro.

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