Il Pnrr siciliano è un caso nazionale

NELLO MUSUMECI REGIONE SICILIA

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per la Sicilia, sta diventando un problema. Al netto dei 400 milioni persi a causa degli errori contenuti nei progetti dei Consorzi di Bonifica per le opere irrigue, e dei ritardi segnalati da Barbagallo circa l’adesione al bando del Ministero della Transizione ecologica per la realizzazione degli impianti di smaltimento, una nuova tegola si abbatte sul governo regionale. Il Sole 24 Ore ha pubblicato un rapporto dettagliato sul Mezzogiorno. Da cui si evince che i ritardi dell’Isola bloccano 1.200 investimenti: “In Sicilia – si legge – il ‘Piano territoriale per il conferimento di incarichi di collaborazione per il supporto ai procedimenti amministrativi di attuazione del Pnrr’ si è rivelato un vero e proprio libro bianco sui ritardi nel rilasciare autorizzazioni degli uffici della Regione siciliana”.

Il documento in questione, dove sono indicati i profili utili per l’attuazione del piano (gli 83 consulenti esterni che entro la fine del 2021 avrebbero dovuto sostenere un colloquio alla Regione), “conferma i timori provenienti dal mondo produttivo”. Confindustria ha segnalato “quasi 1.200 pratiche in arretrato in settori chiave come i rifiuti, le autorizzazioni ambientali, le bonifiche, l’energia rinnovabile. Il numero di pareri che deve essere ancora esitato dalla Commissione tecnico specialistica è di circa 450 e alcune istanze sono relative al 2020 – sostiene il quotidiano – Tra le principali criticità, il personale insufficiente ma spesso anche inadeguato a gestire le procedure sempre più complesse e i collegamenti con i portali ambientali”.

Uno spiraglio per l’assunzione di nuovi tecnici da parte dei Comune giunge, intanto, dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, che oggi ha partecipato a una tavola rotonda a Palermo: “Sappiamo che c’è bisogno di un supporto agli enti locali, fondamentale per la realizzazione del Pnrr, quindi non è solo interesse dei Comuni ma anche del governo nazionale che ci siano le condizioni per fare quella famosa messa a terra di cui si parla sempre e che si realizza anche con dotazione di personale adeguato. Questo vale anche per i Comuni in dissesto. Anche perché se non fosse così si determinerebbe un paradosso, cioè che i Comuni che sono più in difficoltà e quindi quelli che hanno più bisogno di investimenti alla fine sarebbero tagliati fuori dagli investimenti. Questo paradosso andrà in qualche modo superato”. Il ministero degli Interni e quello all’Economia “hanno manifestato disponibilità ad affrontare questo nodo”. Orlando poi conclude: “Credo che nei prossimi giorni si farà un passaggio in questo senso”.

Il Pnrr, viste le ultime in materia di sanità, è al centro del dibattito politico. Il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, ha detto che “la programmazione degli investimenti del Pnrr non è questione che può essere gestita da una ‘giunta elettorale’: serve un confronto parlamentare alla luce del sole con tutte le parti interessate”. Nella lettera indirizzata a Micciché, in cui si chiede la convocazione di una conferenza dei capigruppo, Lupo evidenzia che “l’Ars non è informata di quanto il governo sta facendo sul Pnrr” e che “questo difetto di comunicazione investe addirittura differenti rami della stessa amministrazione regionale. Ci riferiamo in particolare al proliferare di ‘cabine di regia’ istituite senza alcun aggancio normativo che ne definisca i criteri di composizione e le modalità di funzionamento, ma anche all’assunzione di iniziative come quella in ambito sanitario per la programmazione di circa 800 milioni di euro attraverso i quali si dovrebbe rivoluzionare l’assetto della sanità nell’isola per i prossimi anni, che non è stata condivisa né con la commissione Sanità dell’Ars né con l’assessorato regionale alla Famiglia”. “Insomma – aggiunge Lupo – si prefigura la volontà del governo Musumeci di procedere ad una gestione accentrata dei fondi del Pnrr, quando invece occorre un percorso partecipato e condiviso nella sede naturale di confronto istituzionale, cioè l’Ars, anche con le autonomie locali, le parti sociali e le rappresentanze delle categorie professionali interessate”.

Enrico Ciuni :

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie