Bastano alcune foto pubblicate sui social – non quelle diramate dagli organizzatori per rimediare – per capire la portata del dramma. Pochissime persone hanno “affollato” Piazza Sant’Anna, ieri sera, per la chiusura della campagna elettorale di Caterina Chinnici, nonostante il supporting cast d’eccezione: c’era pure Enrico Letta. Ma il segretario nazionale del Pd, questa volta, ha fatto cilecca. Il popolo dem non vuole più saperne. E ha sfogato ieri sera – marcando visita – la rabbia per una campagna elettorale spenta, in cui al silenzio della Chinnici (che dal palco ha ammesso di aver mantenuto un profilo un po’ troppo istituzionale) si sono sommati una serie di errori che hanno tranciato il filo della speranza e trascinato il partito a un passo dall’oblio.
Dalla vicenda dei paracadutati, pompata da Antonello Cracolici a ogni piè sospinto, passando per la questione degli impresentabili (che ha portato a qualche addio eccellente): non ha funzionato praticamente nulla. Gli effetti si vedranno nelle urne, ma il segretario regionale Anthony Barbagallo, già assediato, sa di dover fare i conti con la direzione del partito, convocata per l’8 ottobre. Giusto il tempo di smaltire la delusione. Ieri Letta ha provato per l’ennesima volta a salvare il salvabile: “Chinnici ha fatto una campagna elettorale bellissima, la migliore possibile. La Sicilia si merita di essere guidata da lei”. Sul palco anche Bobo Craxi, candidato all’uninominale di Palermo, accolto da un applauso che più freddo era difficile.
Solo Claudio Fava, che nel 2008, nella stessa piazza (piena), aveva chiuso la campagna elettorale al fianco di Rita Borsellino, ha osato porre l’accento sugli scandali e sulle promesse tradite del governo Musumeci. L’ha fatto per una campagna elettorale intera, nonostante la sordità della Chinnici che ha preferito non scendere sul ring della politica. Molti, magari, l’apprezzeranno per questo; molti altri, però, non si sono resi conto di avere un candidato a Palazzo d’Orleans. “Non si è parlato di niente, né di quello che non è stato fatto né di quello che vorremmo fare”, rimarca Cracolici a poche ore dal silenzio elettorale.
Dopo aver preso le distanze dal gruppo dirigente che s’è fatto “umiliare” per alcune scelte, l’ex assessore all’Agricoltura almeno tenta di salvare il salvabile. Cioè se stesso: “Dobbiamo impegnarci per fare sapere che si vota anche per le elezioni regionali, convincere gli indecisi e votare per una proposta di cambiamento, di credibilità, di autorevolezza, di serietà. Nella scheda verde, oltre a scegliere Caterina Chinnici come presidente, metti una X sul simbolo PD ed accanto scrivi Cracolici. Ve lo chiedo in nome della mia storia, della mia coerenza, della mia competenza”.