Il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha partecipato all’agora democratica in corso all’oratorio dei Santi Elena e Costantino, a Palermo, e intitolata ‘La democrazia malata’: “Dialogo, incontro, confronto, voglia di unità e buone candidature sono il presupposto per una sfida competitiva e potenzialmente vincente. Si esce da una lunga stagione di governo – ha ricordato l’ex segretario – ed è giusto che ogni passo sia ponderato dalla voglia di costruire la più ampia unità possibile”. All’incontro partecipano il deputato nazionale Nicola Oddati, il segretario regionale del partito, Anthony Barbagallo, e il deputato regionale Antonello Cracolici.
Sono giorni importanti per il Pd, che entro un paio di settimane dovrebbe rivelare il nome del prossimo candidato a sindaco di Palermo, senza passare dalle primarie, ma in accordo con la sinistra e il Movimento 5 Stelle. Resta in sospeso, invece, l’allargamento del campo sostenuto da Barbagallo in direzione Italia Viva, che ha fatto registrare l’alt del sindaco Leoluca Orlando, il quale ha disertato la votazione della relazione finale di Barbagallo, approvata all’unanimità durante la direzione di venerdì scorso. Ma è stato lo stesso Renzi, ribadendo la volontà di puntare su Davide Faraone, a ostruire i canali di un possibile accordo con il Pd per le prossime Amministrative.
“Direi che per le primarie a Palermo e Messina è un po’ tardi – ha confermato Barbagallo a Live Sicilia -. Per quanto riguarda le regionali affronteremo il problema all’indomani della definizione delle candidature a Palermo e Messina, a quel punto ci sarà un’accelerazione consistente”. Su Palermo, comunque, il segretario dem ribadisce che sarà il Pd a decidere il nome del candidato: “Tracceremo un identikit e poi avanzeremo un nome sul quale convergere con tutta la coalizione. Con il Movimento 5 Steòòe c’è un raccordo assoluto. L’ho detto più volte in queste settimane: non mi è mai pesata l’assenza di un referente regionale”.