“Dopo alcuni anni rinnovo la mia iscrizione al Pd che è punto di riferimento importante alternativo alla destra, capace di tenere coesi diritti e doveri in base ad una visione che mette al centro la persona e afferma principi di comunità”. Leoluca Orlando torna a casa. Il sindaco di Palermo, questa mattina, ha comunicato la propria adesione al Pd di Enrico Letta. L’aveva già fatto alla vigilia delle ultime Politiche, quando il suo braccio destro, Fabio Giambrone, fu candidato alla Camera dei Deputati (senza essere eletto). Era il partito di Matteo Renzi e Davide Faraone. Questi ‘dem’, invece, hanno un’altra pelle. Nel comitato d’accoglienza del primo cittadino, c’erano Peppe Provenzano, ex ministro per il Sud e vicesegretario nazionale, ed Anthony Barbagallo, che da circa un anno ricopre l’incarico di segretario regionale.
“Non c’è altra formazione politica progressista che possa essere in condizioni di esprimere un rapporto tra diritti, territori e internazionalizzazione – ha detto Orlando – Il Pd, insomma, ha tutte le carte in regola per dialogare in Europa e con l’Europa e farsi carico del Mediterraneo in una prospettiva di sviluppo grazie al ritorno delle agorà, che uniscono iscritti e non, per le quali ringrazio il segretario nazionale. Che sta aprendo il Pd alla collettività, convinti come siamo che il partito non possa essere un fortino assediato ma una casa comune. Diamoci da fare per vincere in Europa, in Italia, in Sicilia e a Palermo”. Oltre a Orlando hanno aderito al Pd il vicesindaco Fabio Giambrone e gli assessori Toni Sala, Sergio Marino, Giovanna Marano, Mario Zito, Maria Prestigiacomo, Cinzia Mantegna e Paolo Petralia, che era già tesserato.
Molti credono che Orlando possa sfruttare il traino di un partito per candidarsi, in prima persona, alle prossime Politiche. Un’ipotesi di cui al momento si discute sottotraccia. Ma c’è un progetto politico chiaro, e lo illustra Barbagallo: “La strada maestra a Palermo, così come alle elezioni regionali, è quella di dare voce al nostro mondo anche attraverso le primarie che rappresentano il metodo principale per la scelta del candidato sindaco o alla presidenza della Regione”, ha detto il segretario. Piccole scosse d’assestamento in città, dove l’area che fa riferimento a Matteo Orfini ha messo in discussione il segretario provinciale Rosario Filoramo. Nulla in confronto al prestigio del ‘professore’, che a un anno dalla chiusura del suo percorso civico, torna a spalancare le porte alla politica.
Fava (Cento Passi): ok alle primarie, ma basta melina
L’ipotesi di scegliere il candidato alla presidenza della Regione attraverso la formula delle primarie, soddisfa il deputato dei Cento Passi, Claudio Fava. “L’apertura del Pd alle primarie è una buona notizia – commenta in una nota -. Adesso subito al lavoro per dare la parola ai siciliani e alle siciliane rompendo una inutile melina. Si individui rapidamente una data, non oltre quest’autunno, e diamoci delle regole certe. Io ci sono. Nei prossimi giorni cominceremo a lavorare per costituire i primi ‘comitati per Fava Presidente'”.