Il Consiglio d’amministrazione del Palermo calcio ha prodotto una frana. Dopo l’incontro-fiume di ieri, infatti, si è dimesso il vicepresidente Tony Di Piazza, l’italo-americano del gruppo. “Il consiglio – scrive il Palermo in una nota – ha preso atto e accettato le dimissioni di Tony Di Piazza, che mantiene il ruolo di consigliere. Le dimissioni muovono da alcuni fraintendimenti, probabilmente conseguenti anche alla distanza, rispetto ai ruoli e compiti interni alla società. Ovviamente, non avranno alcuna ripercussione operativa sulla società, posto che tutte le deleghe sono state sin dall’inizio attribuite e riservate all’amministratore delegato Rinaldo Sagramola”.
Ma oltre alla verità fattuale c’è quella sostanziale. Le cose con Mirri non vanno più bene e Di Piazza è stato costretto a farsi da parte, come ha evidenziato in una nota pubblica poi su Facebook: “Come socio fondatore – scrive Di Piazza – e soprattutto per i sentimenti e le radici che mi legano alla nostra amata Palermo, sono davvero entusiasta del traguardo che, finalmente, la nostra società ha raggiunto: il ritorno nei campionati professionistici. In questo momento di grande euforia, però, con immenso rammarico, mi vedo costretto a comunicare le mie dimissioni da vicepresidente del Palermo (…). Ho dovuto purtroppo constatare – scrive Di Piazza – che una serie di comportamenti hanno impedito che io potessi esercitare il mio ruolo in modo pieno e fattivo. In questi mesi ho tenuto per me molte amarezze per non danneggiare la squadra, prendendo atto che su tantissime questioni relative al presente e soprattutto al futuro della società (che io immagino debba essere sempre più ambizioso) mi è stato impedito di dare il mio contributo, non venendo mai preventivamente consultato e anzi in alcune occasioni apprendendo addirittura dai media l’assunzione di decisioni che sarebbero dovute essere di stretta competenza del consiglio di amministrazione di cui ero vicepresidente”.
“Ho purtroppo compreso – continua Di Piazza – che probabilmente la mia passione per il calcio e, in particolare, l’ambizione per un grande Palermo non può convivere con una mentalità imprenditoriale completamente diversa da quella che mi ha accompagnato nel mio percorso professionale negli Stati Uniti. Pertanto, con grande rammarico, intendo comunicare la mia volontà di valutare possibili interlocutori interessati a rilevare seriamente e consapevolmente la mia partecipazione, assicurando, comunque, che sino alla definizione della mia uscita non farò mancare il mio impegno originariamente previsto, se è il caso lottando e ponendo al primo posto ogni bene per la nostra amata squadra e per la città alla quale sono e resto legatissimo”.
L’incontro del Cda, poi monopolizzato dalle decisioni di Di Piazza, doveva servire per fare il punto sulla prossima stagione di Serie C, a cui il Palermo (si attende solo la ratifica del Consiglio federale) parteciperà in quanto ha chiuso al primo posto il girone I fra i dilettanti e la Lega ha cristallizzato le classifiche. Già nei giorni scorsi, però, la società ha provveduto a dare il benservito a Rosario Pergolizzi, il tecnico che traghettato le Aquile per dieci mesi nell’inferno della D. Al suo posto si fa il nome di Fabio Caserta, ex centrocampista anche del Palermo.