Palermo fuori dalle sabbie mobili

I fratelli Walter e Salvatore Tuttolomondo, al loro arrivo a Palermo. Si sono dileguati dopo l'estromissione della squadra dal campionato di B

Passata la paura per la paventata retrocessione in C, prima decisa dal Tribunale Federale e poi annullata dalla Corte d’Appello – in cambio di una penalizzazione di venti punti che consente ai rosanero di mantenere almeno la categoria – è già cominciato il count down per l’inizio della prossima stagione. In sala stampa si sono presentati oggi i nuovi proprietari del Palermo, capitanati da Salvatore Tuttolomondo, consigliere di Arkus Network, e dal nuovo direttore generale Fabrizio Lucchesi, che Tuttolomondo ha ribadito essere “il vero gestore” del club. E’ stato confermato l’investimento da 30 milioni nelle casse della società, “comunque avevamo rivisto i nostri piani in caso di C – ha spiegato Tuttolomondo – Siamo consapevoli di aver contratto un’obbligazione con tutti voi. Da oggi siamo in itinere per mettere a posto i conti del Palermo e allestire una rosa vincente. Immagino una rosa giovane, con ’99 e 2000, integrata da qualche bandiera”.

“Nasce un nuovo percorso. È stato conclamato che la Serie B ci appartiene – ha aggiunto il dirigente – Questo è un risultato di tutti. Anche se abbiamo conquistato l’onore per auspicare alla massima serie, ci accontentiamo di una parziale vittoria”. Il Palermo, condannato alla penalizzazione per la stagione appena conclusa per gli illeciti amministrativi commessi da Zamparini nel triennio 2014-17, ripartirà dalla Serie B. Anche se la Procura Federale, che ne aveva chiesto il deferimento, e in questo modo aveva determinato la condanna in primo grado, farà ricorso al Collegio di garanzia del Coni.

Ha parlato anche il nuovo direttore generale Fabrizio Lucchesi, che torna a Palermo dopo l’esperienza con Franco Sensi alla presidenza: “Dalla prossima settimana inizieremo a costruire mattone su mattone. Oggi ho parlato con Delio Rossi, ci siamo riservati qualche giorno. Con Foschi ho una grande amicizia trentennale, ma bisognerà fare una chiacchierata più mirata, sia con lui che con altri. Da lì partirà lo sviluppo dell’area tecnica”.

LA SENTENZA DELLA CORTE D’APPELLO DEL CONI

La Corte d’Appello federale ha deciso di “graziare” il Palermo. Con una sentenza emessa nella serata di mercoledì, il club rosanero è stato penalizzato di venti punti per il campionato in corso. Una decisione che consente alla formazione di Delio Rossi di conservare la categoria ed evitare la retrocessione d’ufficio in Serie C, così come aveva stabilito in primo grado il Tribunale Federale per effetto del deferimento comminato dalla Procura. A causa di questa decisione, cambia la coda della classifica: retrocede il Foggia oltre al Padova e il Carpi. Il playout per la quarta retrocessione verrà disputato tra Salernitana e Venezia.

Il Palermo è stato penalizzato a causa dell’illecito amministrativo contestato all’ex presidente Maurizio Zamparini, che avrebbe “sistemato” i bilanci dal 2014 al 2017 per garantirsi l’iscrizione ai campionati. La Procura aveva chiesto il deferimento anche dell’ex patron, ma il Tribunale Federale, per un cavillo formale, aveva ritenuto la richiesta inammissibile. L’udienza, che si è tenuta presso il palazzo della Corte d’Appello in viale Campania, a Roma, è durata più di tre ore. Alcuni tifosi rosanero hanno atteso il verdetto fuori dallo stadio “Barbera”. Il Palermo, per effetto di questa sentenza, chiude il campionato con 43 punti, fuori dalla zona playoff ma anche dalla zona retrocessione.

“Nel corso della medesima udienza – si legge in una nota della Figc -, sono stati inoltre dichiarati inammissibili i ricorsi proposti da Benevento Calcio, Lega Nazionale Serie B, US Salernitana e Sporting Network Srl. Ridotte le sanzioni per Giovanni Giammarva (1 anno di inibizione), Anastasio Morosi (3 anni di inibizione). Infine, in parziale accoglimento del ricorso in appello del Procuratore Federale e del Procuratore Federale Aggiunto verso la declaratoria di inammissibilità del deferimento nei confronti di Maurizio Zamparini, la Corte ha disposto la restituzione degli atti al TFN – Sezione Disciplinare”.

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