Sarebbe stato troppo facile mandare in archivio la prima stagionale in casa dopo una manciata di minuti – ne sono bastati 26 del primo tempo al Palermo per portarsi sul 3-0 contro il piccolo San Tommaso – così le Aquile rosanero si complicano la vita, giocano un secondo tempo figlio della condizione atletica attuale (Pergolizzi, alla vigilia, aveva detto all’80%) e rischiano fino in fondo: contro la formazione rionale di Avellino finisce 3-2.
Ma tanto basta a Ricciardo e compagni per mantenere il primo posto nel girone I con sei punti all’attivo dopo le prime due giornate. Il Palermo aveva sbloccato dopo 8′ grazie al bomber d’attacco, che sfrutta un suggerimento al millimetro di Santana (all’esordio da titolare). Al 23′ raddoppio con Kraja e un rasoterra chirurgico, al 26′ doppietta di Ricciardo in spaccata su assist di Vaccaro. Sembra finita. Ma come spesso avviene contro avversari meno blasonati, e specialmente in avvio di stagione, i rosanero tolgono il piede dall’acceleratore e costringono Pelagotti ai primi interventi del pomeriggio. Il portiere blinda il 3-0, ma a metà ripresa la gran botta di Tedesco riapre la partita. Suona la sveglia, ma a quel punto gli attaccanti di Pergolizzi non vedono più la porta e i campani accorciano ulteriormente in zona recupero con l’autogol di Lancini. Ma dietro l’angolo c’è il triplice fischio dell’arbitro, che salva capra e cavoli e manda in sibilio il pubblico delle grandi occasioni presente al Barbera.