Prima si sono impossessati del partito e lo hanno trasformato in una “privativa” dove Renato Schifani riveste il ruolo del “principale” e Marcello Caruso quello del ragazzo di bottega. Poi hanno imbarcato un avvocato d’affari con tutte le sue lobby e hanno trovato uno strapuntino anche per impostori, pagnottisti e traditori. In dieci mesi, insomma, hanno trasformato Forza Italia in una riserva per chiunque avesse da barattare la dignità con un posticino da trenta denari. E quando si sono accorti di non avere più credibilità nel mondo che fu di Silvio Berlusconi, hanno cominciato a piagnucolare e a strapparsi le vesti. Ora accusano il segretario, Antonio Tajani, di averli condannati alla marginalità. Ma quale leader darebbe mai fiducia a una confraternita che spaccia per partito politico un baraccone dove la più alta specializzazione è il gioco delle tre carte?
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Il muro del pianto dell’ex Forza Italia
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