Baciala e alzala, Lionel, alzala al cielo. Alza la Coppa e mostrala al mondo e agli italiani d’Argentina che siamo sempre stati e che mai, dico mai, avremmo potuto tifare Francia, la pur splendida Francia di Mbappé. Il sogno che ti mancava si è avverato, ora la distanza con Maradona è nulla, Maradona sei tu, la continuità del divino sceso in terra, l’arte nobile di accarezzare la palla con lo stesso piede (ma è davvero un piede quel sinistro magico?), di puntare l’avversario e dribblarlo con lo sguardo, di mettere il compagno davanti alla porta e dirgli: devi solo spingerla dentro, come hai fatto con Alvarez, com’era scritto sul cross di Conti a Rossi nella semifinale contro la Polonia. Doha ha i colori di Baires, gli argentini e gli italiani d’Argentina, che è lo stesso, anche questa volta piangono, ma sono pianti di gioia (vero, Di Maria?), le lacrime legate al destino di quella pelota che rotola, rotola, rotola e mischia i sentimenti più puri agli ardori più brucianti, unisce il ricco e il povero, il sobrio e l’ubriaco, le bandiere che sventolano hanno il sapore antico di una rivincita contro un mondo altro, borioso e sazio, un mondo distratto verso chi è rimasto indietro nella corsa per la vita. Continua su Huffington Post
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Il mondo ai piedi di Messi Argentina campione ai rigori
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