Un altro ministro di stampo leghista, ed espressione del Carroccio in questo governo del cambiamento traballante, è Marco Bussetti. Quello che a inizio del febbraio scorso, durante una visita ad Afragola (Campania), ad una domanda sui fondi al Sud rispondeva ai cronisti che voi del Sud “dovete lavorare”. Marco Bussetti, lo stesso ministro che qualche giorno fa, nonostante gli si fosse presentata l’occasione – ghiotta –  di prendersi qualche titolone(e qualche responsabilità, che implicitamente il suo ruolo richiede), si è fatto soffiare sotto il naso dalla sua segretaria – la leghista Borgonzoni – la notizia relativa alla prof palermitana sospesa per “omessa vigilanza”. Alla denuncia Twitter di un utente, rivolta allo stesso Bussetti, in cui si leggeva che “una prof ha obbligato dei 14enni a dire che Salvini è come Hitler. Al Miur hanno qualcosa da dire?”, lui non ha risposto niente. S’è svegliato quarant’otto ore dopo, limitandosi a dire che si sarebbe fatto dare le carte. Mentre Salvini aveva già organizzato, dopo averla cazziata per benino, un incontro con la docente e i suoi alunni. Così Bussetti, ancora spiazzato, ha provato ad accodarsi al trenino: “Voglio incontrarla anche io”. Ammesso che sia possibile. Ammesso che lo riconosceranno.