A margine del duello sommesso, affidato agli spifferi e ai fedelissimi in incognito, il clima fra Conte e Di Maio si fa rovente. E rischia di emergere anche in superficie. Un paio di esternazioni, venute a galla nel day after dell’elezione di Mattarella, lo testimoniano. A provocare per primo è il leader dei Cinque Stelle, parlando dell’ipotesi (tramontata) di portare al Quirinale Elisabetta Belloni: “Ci saranno occasioni nella comunità del M5s per tutti i chiarimenti necessari. Sono state ore febbrili, finora non c’è stato modo di chiarire il significato di alcune uscite”. Si riferisce alla reazione stizzita di Di Maio, che aveva parlato di “metodo indecoroso”. “Se Di Maio ha delle posizioni le chiarirà – ha ribadito Conte -, perché lui era in cabina di regia, come ministro l’ho fatto partecipare. Chiarirà i suoi comportamenti, ma non a Conte, agli iscritti”. E ha aggiunto: “Il M5S non è Conte e non è Di Maio, è una comunità di iscritti che partecipa attivamente. È giusto render conto sempre del nostro operato e confrontarsi internamente”. Lo stesso Di Maio, ieri, ha lasciato filtrare nuovi interrogativi: “Alcune leadership hanno fallito, hanno alimentato tensioni e divisioni. Nel Movimento 5 Stelle serve aprire una riflessione interna”.
