Caro direttore,
Lei mi scuserà se ho involontariamente trasformato il suo giornale in una piattaforma di polemica su scala regionale. Tutto potevo immaginare, fuorché scatenare le ire funeste di alcuni democratici ed attirarmi, forse, le simpatie di altri. E certo mi scuserà se torno sull’argomento, non tanto per ribadire ciò che ho già detto e scritto, quanto per sottolineare la debolezza di una politica, che entra in crisi se solo un militante forzista dichiara di votare alle primarie del Pd perché vuol contribuire al rafforzamento del fronte moderato di questo Paese.
Il vero tema è questo, questa la battaglia che, dall’altra parte della barricata, noi moderati dobbiamo intestarci: ridare forza alla politica, in un momento storico in cui essa è forte solo di stomaco… meglio, di pancia. Oggi, più che mai, la politica parla; parla con durezza, parla con determinatezza, parla con forza, ma parla e basta. Parla alla pancia, parla al vento, parla di niente. Lasciamolo fare agli altri, che parlino pure. Noi dobbiamo essere di più di questo, noi dobbiamo essere migliori di questo.
Le polemiche, le questioni, le insinuazioni, i congressi, i gazebo, gl’infiltrati, i complotti… a chi volete che interessino queste cose? È questa la politica? O è, questo, il modo peggiore per alimentare l’antipolitica e tutti i suoi più beceri derivati?
Mea culpa! Non dovevo scrivere e dire certe cose, non dovevo solleticare la vis polemica di chi forse non aspettava altro per salvare il salvabile o avere quindici righe di gloria sui giornali.
Faccio mea culpa, direttore, e se me lo consente, voglio espiare dedicando questa mia lettera scarlatta a quanto è successo in assemblea regionale nelle scorse ore: ex Pip, forestali e personale dei consorzi di bonifica riceveranno uno stipendio entro Natale; il Parlamento siciliano, terra santa per le crociate della demagogia più intransigente, luogo oscuro popolato da streghe e stregoni da mandare al rogo, questo regno degli orchi in giacca e cravatta, c’è l’ha fatta e quattromila persone in più potranno trascorrere le festività con serenità. E pazienza se per questa volta le arringhe e gli slogan taceranno, questa volta parlano i fatti.
Ecco la politica forte! Ecco la politica che il fronte moderato deve ricercare, professare, esercitare, se davvero vuol vincere questa battaglia. Ecco la politica che deve riempire le pagine e le bocche di tutti! Di fronte a questo, a chi volete che interessi se Dalì vota alle primarie del Pd, se qualcuna s’incazza e qualcun altro gongola? È tutto uno sterile ciarlare senza costrutto, che non deve sedurci.
Continuo ad essere fermamente convinto che oggi la battaglia sia tra noi e loro, tra il populismo della pancia e la moderatezza della testa. Continuo ad essere fermamente convinto che andare a quel gazebo sia un modo per partecipare allo scontro, anziché starsene a guardare. Sono fermamente convinto che un altro, e più incisivo, modo per farlo sia occuparsi della gente, lasciando le chiacchiere, le urla e gli slogan ai pasdaran dell’onestà e ai loro compari profeti della pancia.