Il grido di dolore di Giorgetti, isolato nel governo e nella Lega

Qual è la Superlega, la Lega che conta, quella di Giorgetti e Molinari, o quella di Bagnai e Borghi? L’affondamento del Mes in Parlamento fa risaltare la crepa che divide il Carroccio. Segna il passo l’ala moderata del bocconiano Giorgetti, con Molinari e Centinaio e un nugolo di estimatori tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Cantano vittoria i pasdaran del sovranismo verde, come Claudio Borghi e Alberto Bagnai. Canta vittoria, soprattutto, Matteo Salvini. Il leader leghista se la ride sui social, commentando la vignetta di Giannelli che lo ritrae celebrare ‘la’ Mes di Natale: il Mes è finito, andate in pace. “Promessa mantenuta”, esulta il leghista. Anche il presidente dei senatori Massimiliano Romeo, ad Huffpost spiega: “Il Mes non si cambia, è morto e sepolto, cambiassero strumento”. Eppure è stato Giancarlo Giorgetti ad evocare – tra gli altri – la possibile revisione del Meccanismo europeo di stabilità. “Tutto si può migliorare, anche il Mes”, dice Giorgetti che sottolinea come fosse noto a tutti che sullo strumento finanziario c’erano problemi. Il garante dei conti pubblici parla in terza persona. “Il ministro dell’economia e delle finanze aveva interesse che il Mes fosse approvato per motivazioni di tipo economico e finanziario. Ma per come si è sviluppato il dibattito negli ultimi giorni, giurì d’onore e cose di questo tipo, mi è sembrato evidente che non c’era aria per l’approvazione. Per motivazioni anche non solo economiche”. Continua su Huffington Post

Alfonso Raimo per Huffington Post :

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