Insomma, si capisce che se potesse dire fino in fondo quello che pensa, sosterrebbe che l’asilo Mariuccia è un punto avanzato di maturità rispetto a questa dinamica da crisi virtuale permanente: le accuse rivoltegli di tentato Conticidio, le minacce di appoggio esterno da parte dei Cinque stelle, il rullar di tamburi attorno allo ius scholae (che probabilmente non sarà mai approvato ma serve alle opposte campagne elettorali).
E in fondo Mario Draghi lo lascia intendere quando, sia pur sine ira, parla di una “sproporzione” tra l’ultima settimana vissuta a livello internazionale – il price cup, l’Ucraina nell’Europa, la nuova Nato – e gli ultimi giorni del teatrino romano. Anche se minimizza sulle ragioni che lo hanno riportato frettolosamente in Italia da Madrid – rientro che inevitabilmente ha contribuito alla drammatizzazione – riconducendole alle scadenze sulle bollette e non alla girandola di incontri che si è svolta al Quirinale. Continua su Huffington Post