Mannaggia alla tecnologia. Doveva alleggerirci l’esistenza, addolcire l’amaro della burocrazia, favorire la peristalsi della democrazia e invece ha incasinato tutto. Pensate alle sorti del nostro governo nazionale, appese al ditino di Luigi Di Maio e allo smartphone di Matteo Salvini. Il leghista ieri si è incazzato per l’impasse istituzionale (impasse è la metafora elegante di grande bordello) legata al nome di Paolo Savona come possibile ministro all’Economia, e ha affidato a Facebook un pensiero di altissima valenza politica: “Sono molto arrabbiato”. Come nella celebre “Creazione di Adamo” di Michelangelo il suo dito si è idealmente incontrato con quello di Di Maio che ha pigiato un santissimo “like” scatenando imbarazzanti polluzioni nelle redazioni politiche dei giornali italiani. È così che l’atto muto di un clic diventa inusitato gesto di valenza politica. Ma cos’altro ci deve stupire nel paese in cui il simbolo della democrazia partecipata è una misteriosa e blindatissima piattaforma Rousseau, un non-luogo dove i voti non si contano davanti a testimoni e dove ciò che ufficialmente accade è solo ciò che ufficialmente si mostra?
Piccole ipocrisie del mondo ultramoderno. Tipo il tormentone del GDPR, l’intricatissimo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, per cui d’ora in poi prima di tempestarti di e-mail di cui non te ne frega nulla ti tempesteranno di e-mail in cui ti chiederanno se possono romperti i coglioni senza più doverti chiedere il permesso.
Dalla politica alla cronaca giudiziaria, sempre con le tagliole della tecnologia alle caviglie. Si è appreso che Antonello Montante, l’ultimo simulacro di un’antimafia di cartapesta, ha distrutto 24 pen-drive mentre gli agenti della polizia bussavano di notte alla sua porta. Diceva a quelli “un attimo, non trovo la vestaglia!” e invece pestava, masticava, martellava quei maledetti marchingegni. Dimenticate la muffa delle scartoffie nascoste in cantina e l’inchiostro sbiadito dei pizzini: è archeologia che alimenta rimpianti in chi ha il fardello del segreto inconfessabile. Un tempo si stracciava, si bruciava. Oggi i chip sono talmente minuscoli che per distruggerne uno bisogna mettersi in ferie.