Il giorno in cui l’Italia si scoprì contro l’Europa

La segretaria del Pd Elly Schlein

Forse dunque è vero che viviamo in una rete di arabeschi, come diceva Ennio Flaiano, in una locuzione che era il diretto corollario dell’affermazione per cui “in Italia la linea più breve tra due punti è l’arabesco”. Per un giorno questa patriottica industria del ghirigoro si è trasferita a Strasburgo, al seguito di alcuni tra i suoi più illustri artigiani.

Nella città che una settimana al mese ospita le sedute del Parlamento europeo, il Partito democratico ha tratteggiato l’arabesco dell’astensione sul ReArm Europe, il piano con cui Ursula von der Leyen sta provando a far fare qualcosa – e subito – a un Vecchio continente che rischia seriamente di ritrovarsi proverbiale vaso di coccio tra l’America di Donald Trump e la Russia di Vladimir Putin. Peccato che poi astensione non sia stata, o meglio, è stata solo in parte, con mezzo gruppo a seguire la linea della segretaria e l’altra metà a votare convintamente a favore. Seguono piccinerie interne del cerchio magico di Elly Schlein che fa notare come gli astenuti siano stati uno in più dei favorevoli, “e quindi la nostra linea è passata”. Contorsioni correntizie su “questioni esistenziali” (copyright von der Leyen), sugellati da una strepitosa nota di Schlein a spaccatura compiuta: “La posizione del Pd è e resta questa”, seguono venti righe in cui motiva il “no” a ReArm Europe, che era la terza possibilità, effettivamente non percorsa da nessuno dei suoi europarlamentari. Nessuno così potrà dire che il Pd non sia un partito plurale. Continua su Huffington Post

Pietro Salvatori per Huffington Post :

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