Da martedì, in Sicilia, sembrerà di trovarsi nella quarta Bucolica di Virgilio, dove “i campi imbiondiranno per le spighe flessuose e l’uva rosseggiante penderà da cespugli di spine e le querce dure emetteranno miele come rugiada”. Acquisito l’esito dello spoglio delle Europee, la Regione emanerà nuova luce. E il governo presieduto da Schifani sarà un governo di giustizia e di giustezza, dove spariranno la sete (e la siccità), gli incendi saranno un ricordo, le riforme avranno vita e la sanità, povera sanità, sarà tornata al servizio dei più deboli.
L’attesa pervade le segreterie politiche: non tanto e non solo per la curiosità di conoscere il numero di seggi scattati a ogni partito nella circoscrizione Isole e il cognome degli otto eroi (o forse sei, o sette, dipende dalla Sardegna) che faranno breccia nel cuore dell’Europa. Ma perché tutti, proprio tutti, sperano che superato l’ostacolo della campagna elettorale, ci si rimetta al lavoro per svolgere le mansioni assegnate alla politica dei cittadini; per far vedere che oltre alla coltre degli scandali, capace di annebbiare la vista (l’ex assessore Manlio Messina ha avuto un rigurgito social e ha abbattuto la propria furia su “delatori e infami” che speculano su SeeSicily), esiste una politica che funziona.
Ma andiamo per ordine. Immaginiamo per un attimo le urne chiuse e i risultati consolidati. Diamo ancora qualche ora per le dichiarazioni di rito: della serie, siamo tutti vincitori. E ritroviamoci martedì mattina nel chiuso dei palazzi della politica siciliana, a partire da quello dei Normanni. In attesa che il presidente Schifani, sulla base dei risultati elettorali, avrà scelto la nuova squadra di governo – urge il rimpasto – il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, non avrà più alcuna difficoltà a convocare una conferenza dei capigruppo e indicare la prima data utile per il dibattito richiesto a gran voce dai Cinque Stelle: quello su SeeSicily. Per capire a quanto ammonta il buco delle iniziative del Balilla (una prima stima c’è e porta la firma dell’Europa: 10 milioni), dove sono finiti i soldi destinati alla comunicazione e dove i voucher “scippati” all’utilizzo dei turisti per usufruire di servizi o pernottamenti gratis nelle strutture ricettive aderenti. Già che ci siamo, dal dibattito emergerà la posizione di maggioranza e opposizione su come “coprire” la voragine dei conti determinata dalla decisione dell’UE di non rimborsare i fondi ritenuti “non ammissibili”. Chi ci mette i soldini? Facciamo un debito fuori bilancio e fingiamo che non sia mai successo?
Nessun dubbio sul fatto che l’assessore Elvira Amata, sempre che non sia impegnata in qualche festeggiamento per la sua elezione a Bruxelles, o il presidente Schifani, vogliano immediatamente chiarire di una vicenda tanto opaca quanto assurda. Schifani, poi, dovrà tuffarsi a capofitto (come promesso ad alcuni alleati) sulla questione più impellente: il rimpasto. Lombardo lo attende al varco per ottenere un altro assessore in quota Mpa (specie se la Chinnici facesse un gran risultato); Cuffaro idem, per un turnover dei suoi; Tajani lo guarda in cagnesco e attende di capire il nuovo ordine mondiale di Forza Italia prima di avanzare pretese. E il Turismo e i Beni culturali? Verranno liberati certamente dalle catene della corrente turistica di Fratelli d’Italia, quella di Lollo. Infine, c’è da sostituire l’assessore Sammartino, senza il quale l’agricoltura ha perso il proprio punto di riferimento, e i forestali pure. Non si muove una foglia. Al dipartimento, Sud chiama Nord ha chiesto persino la revoca del dirigente Dario Cartabellotta per aver “modificato le regole relative alla vendemmia verde l’ultimo giorno utile, creando confusione e disagi tra gli agricoltori e provocando un impatto significativo sulle pianificazioni e le aspettative degli agricoltori che avevano già preso decisioni basate sulle regole precedentemente comunicate”. Ma così rischiamo il vulnus, caro Scateno.
E comunque, la fine di queste elezioni europee, che uno strano scherzo del destino ha voluto in corrispondenza dell’inizio della stagione estiva, coincide con un problema che rischierà di condizionare a lungo l’attività di agricoltori e allevatori. C’è la siccità, e l’unica contromisura adottata fin qui da Schifani – in soldoni – è l’attivazione di una cabina di regia per capire come contrastare il problema. L’unica conclusione dei tecnici è una relazione indirizzata al governo Meloni per la dichiarazione dello stato d’emergenza e il riconoscimento di un mega indennizzo da 700 milioni: stando a Palazzo Chigi, ne arriveranno una ventina. Un’altra decina ce li mette la Regione per l’acquisto di foraggi e il trasporto di acqua per le aziende zootecniche. E il resto? Schifani estrarrà il coniglio dal cilindro, e tutti torneremo a sorridere, a riempire gli invasi, a produrre grano, a macinare olio. Evviva l’abbondanza.
Ma sarà un florido periodo di ripresa anche per la sanità malata. Con un colpo di spugna verranno cancellate le liste d’attesa, mentre con un colpo di penna verranno nominati – finalmente! – i diciotto direttori generali di Asp e Ospedali. Per la politica è peggio di un parto, ma con le urne chiuse e le pance piene (anche se taluni saranno rimasti digiuni) ci saranno finalmente le condizioni per stabilire pesi e contrappesi. Per dare agli attuali commissari, scelti lo scorso 31 gennaio, il potere di pianificare le scelte e – non è affatto secondario – di nominare direttori sanitari e amministrativi (la competenza è loro, mica della politica). In questo modo la sanità regionale, nonostante l’assessore sia soltanto un ologramma, potrà veleggiare in mari più sereni, col vento in poppa. Con le apparecchiature giuste e funzionanti, i medici motivati, i pazienti consapevoli di ricevere le migliori cure.
Inoltre, dal prossimo martedì, giorno di liberazione, si annulleranno gli effetti dell’atto d’indirizzo del 6 maggio, con cui la Volo implora di “tenere del tutto estraneo dalle competizioni elettorali il sistema sanitario regionale, sia pubblico che convenzionato”; una decisione che ha determinato “prudenzialmente la sospensione di tutte le procedure concorsuali ad esclusione del reclutamento dei medici, tenuto conto della eccezionalità delle carenze d’organico”. Si riprenderà ad assumere, in base alle reali esigenze delle singole Aziende. Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno.
E non è tutto. Come per miracolo, grazie all’aumento degli uomini in dotazione al Corpo Forestale, non bisognerà temere nemmeno gli incendi, mentre, con l’ennesima cabina di regia (l’hanno chiamato “Ufficio speciale per la valorizzazione energetica e la gestione del ciclo dei rifiuti”) si potrà chiudere in quattro e quattr’otto l’annosa vicenda relativa ai termovalorizzatori. La missione dell’Ufficio è di per sé molto pragmatica: “supportare l’attività del commissario straordinario, il presidente della Regione, e accelerare le procedure per il completamento della rete impiantistica integrata del sistema di gestione dei rifiuti per la realizzazione dei nuovi impianti di termovalorizzazione”. Daranno una mano a Schifani a fare il commissario, sempre che il presidente risulti libero dalle altre incombenze che ne comprimono i tempi e l’operato: è anche commissario per l’autostrada A19 e si occupa personalmente del riempimento delle caselle del sottogoverno. Uno e trino.