Forza Italia ha proposto all’ARS, dopo averla elaborata anche grazie al contributo dell’architetto Mariella Muti, ex soprintendente ai beni culturali di Siracusa, un disegno di legge regionale per la istituzione dei “Poli museali e luoghi della cultura” su base provinciale. Si tratta di una riforma del settore che, superando la vecchia legge sui parchi, in massima parte inattuata, assicura che le entrate derivanti dalla vendita dei biglietti per visitare i monumenti restino e vengano investite nei beni culturali del territorio, quindi anche musei e siti “minori” che oggi rischiano di restare abbandonati e spesso non hanno fondi nemmeno per le manutenzioni ordinarie.
E’ una visione moderna, che non risente della vecchia abitudine del “poltronificio” e che non incide sui vincoli, peraltro rinnovati e rimodulati dalla normativa sui piani paesaggistici, né, ovviamente, li allenta. Si punta invece a rendere i beni culturali anche fonti di lavoro e reddito e a non imbalsamare pezzi di territorio urbanizzati che potrebbero essere migliorati e resi più decenti e sostenibili.
Oggi nessuno sano di mente pensa che sia possibile (non lo è) costruire a ridosso dei monumenti antichi, accanto ai quali in passato sono stati realizzati, in Sicilia come in tutta Italia, quartieri residenziali, centri sportivi con piscine, e a Siracusa anche l’Ospedale Civile Umberto I, tutt’ora l’unico nosocomio cittadino. Naturalmente il nostro progetto sulla creazione dei “Poli della Cultura” non tiene conto della retorica di certa politica che ha fatto della mummificazione (decadenza e abbandono) del territorio la sua bandiera in pubblico, salvo poi essere “distratta” su mare, terra e monumenti vicino casa propria, o quando l’affidamento, generosissimo, a privati di monumenti diventa improvvisamente un toccasana per la cultura e per la città (ricordo solo il caso del “bar astronave” e relativa privatizzazione della piazza d’armi dei Castello Maniace a Siracusa).
Io credo che le vestigia antiche siano una straordinaria opportunità per i territori che le ospitano e credo vada promosso un rapporto armonico non conflittuale fra le città e i loro monumenti perché sono convinta che la cultura sia una immensa risorsa e non possa e debba essere mai percepita come un limite.