A parole sono tutti lì, pronti a sbracciarsi per aiutare le aziende e gli uomini devastati dall’emergenza. Teoricamente sono tutti lì che maneggiano miliardi e capitoli di bilancio, che scrivono decreti e disegni di legge, che deliberano sussidi e contributi a fondo perduto, che si affannano per trovare fondi e finanziamenti. Ma alla resa dei conti, non un solo euro della Regione è finito nelle tasche degli infelici siciliani che non sanno più dove sbattere la testa. Lo scandalo della cassa integrazione in deroga è l’esempio più deprimente che questa classe politica potesse dare: sui tavoli dell’assessorato al Lavoro, come salme al camposanto, giacciono – è il caso di dirlo – centotrentacinque mila istanze provenienti da trentatré mila aziende. Ma non c’è una mano che le muove né un orecchio che ascolta il loro dolore. Tutti piagnucolano, nessuno sa che fare.