Il disastro culturale di questo Paese spiegato dal prof. Galli

Ci sono momenti in cui fai il rapidissimo reset di una serie di informazioni che ti hanno bombardato e che, probabilmente per legittima difesa, hai messo nella “limbo list” cioè in quel settore del tuo cervello in cui vai a stipare per distrazione le cose che prima o poi dovrai analizzare. Accade che te ne accorgi troppo tardi, tipo “sindrome del coniuge cornuto contento”. Però qui non si parla di corna ma di quel che ci sta sotto, di cervelli.

Ieri sera Report, trasmissione che apprezzo nonostante le frequenti cadute di stile, ha dipinto in cinque minuti il disastro culturale, scientifico e sociale di questo paese.

I fatti. Fedez e la Ferragni con un paio di tweet fanno quello che uno stratosferico commissario per le emergenze non riesce a fare in due mesi: raccolgono 4 milioni di euro, quattro milioni di euro!, e cercano un ospedale a cui donarli. Pensano all’Ospedale Sacco di Milano, struttura pubblica, prima linea, scelta politicamente corretta a 360 gradi. Dal Sacco risponde il direttore del settore Malattie infettive, una specie di mahatma in questo periodo, tale professor Galli che, udite udite, li manda praticamente affanculo. Sul perché, in un paese normale si dovrebbe aprire un’inchiesta, poiché siamo in una democrazia in cui l’abuso è sovrapponibile all’omissione e l’impunità per certe leggerezze (leggerezze?) dovrebbe seguire gli indici di contagio e puntare allo zero.

Fedez, che ha la sola colpa per Galli e galletti di essere Fedez, non crede alle sue orecchie e fa un paio di telefonate. Al San Raffaele, struttura privata, non sembra vero che qualcuno cerchi di regalare 4 milioni di euro per affrontare la più grande emergenza sanitaria dell’umanità a noi nota. Nel giro di pochi minuti l’accordo è fatto. Con quei soldi nasce un nuovo reparto di terapia intensiva, mentre probabilmente l’impunito professor Galli sta ancora guardando l’ultimo tutorial dell’assessore Fontana, il suo meritatissimo punto di riferimento.

Gery Palazzotto per Il Foglio :

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