Governo alla prova, questa mattina alle 9,30 in Senato, sulla mozione di sfiducia del centrodestra al Guardasigilli Bonafede. Pd e Movimento 5 Stelle avvertono Italia Viva: se voterà la mozione si aprirà la crisi. Ieri pomeriggio la capogruppo di Italia Viva a Montecitorio, Elena Boschi, è rimasta per due ore a Palazzo Chigi.
Matteo Renzi tiene fino all’ultimo alta la tensione. Non scioglie la riserva sulle mozioni di sfiducia (una, più garantista, è stata presentata da Emma Bonino e +Europa). Il premier Conte intende concedere a Italia viva il “riconoscimento politico” chiesto, non per paura di una crisi ma per poter andare avanti fino al 2023 – dicono dal governo – senza frizioni. Rimpasto è l’ipotesi che più circola in queste ore. Sarebbe stata respinta, secondo fonti renziane, la proposta di un posto di sottosegretario alla giustizia per Lucia Annibali o Gennaro Migliore. Mentre circola il nome di Maria Elena Boschi per un ministero. Ma dopo l’incontro con Boschi i renziani ribadiscono di attendere ancora un “segnale” sui temi della giustizia.
Gli ultimi conteggi accreditano tra i 150 e i 151 voti per la maggioranza senza Iv e 144 per la mozione presentata da Emma Bonino per +Europa con Azione e Fi. E’ questo il voto che impensierisce, più di quello sulla mozione unitaria del centrodestra. Perché potrebbe attrarre, oltre ai 17 senatori di Iv (ma nel gruppo ci sono opinioni diverse), anche 5 o 6 senatori del Misto considerati incerti, tra cui ex M5s come Ciampolillo e Giarrusso, e poi nomi come Pier Ferdinando Casini e Tommaso Cerno.