Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova e componente della task force Covid-19 in Liguria, usa una metafora: il Coronavirus aveva la furia di una tigre, ma ora somiglia di più a un gattino. L’ha detto nel corso di un’intervista al Giornale di Sicilia, in cui l’infettivologo promuove le nuove linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità: “I nuovi malati di coronavirus non possono più essere definiti tali, perché si tratta di persone debolmente positive, cioè con una carica virale talmente bassa da non risultare infettive”.
Dunque secondo Bassetti, l’Italia che è stata un modello per tutto il mondo adesso invece sta sbagliando approccio: “In Lombardia, dove si concentra ancora la maggior parte dei casi, negli ultimi giorni il 50% dei tamponi con esito positivo ha individuato tracce di virus trascurabili, probabilmente morte, e la stessa cosa sta accadendo in Veneto e in molte altre regioni. Queste persone, che ci ostiniamo a definire pazienti, potrebbero tranquillamente uscire dall’isolamento domiciliare, eppure continuiamo a tenerle a casa, in attesa di un secondo esame. Sono misure che bisogna rivedere rapidamente, perché stanno bloccando tanti cittadini e ingessando l’Italia, mentre c’è ancora chi misura l’efficienza del sistema sanitario in base al numero dei tamponi effettuati”.