Anche il Consiglio dei Ministri ha detto no: dopo il parere rilasciato ieri dal Consiglio di Stato, su richiesta del Viminale, il governo Conte ha deciso di annullare l’ordinanza che impone a viaggiatori e pendolari la registrazione online (con 48 ore di preavviso) per l’attraversamento dello Stretto di Messina. Il provvedimento era entrato in vigore ieri mattina. De Luca, nonostante il parere espresso dall’organo di giustizia amministrativa, aveva deciso di non revocare l’ordinanza. Non è bastata la memoria difensiva inoltrata, questa notte, al premier Giuseppe Conte, per far cambiare idea al governo. Ora sarà il presidente della Repubblica a recepire la decisione del Cdm e pubblicare il decreto sulla Gazzetta ufficiale. Da qui è impossibile tornare indietro.
La replica di De Luca: “Purtroppo, con la sospensione del sistema di controllo capillare degli accessi al territorio regionale – già attivo in territori quali la Sardegna, la Lombardia, la Campania – le strade sono due: andare allo scontro, decretando l’avvio di un procedimento di decadenza dalla mia carica di Sindaco oppure implorare il Presidente Musumeci di far proprio il nostro lavoro di un mese e adottare per il bene della Sicilia un sistema di controllo per chiunque entra in casa nostra. Ho scelto la seconda via. Se per fare scendere dal piedistallo su cui Musumeci si è confinato – offeso per le mie parole di lesa maestà – sono necessarie le pubbliche scuse, bene, in nome della salute pubblica lo faccio”.
“Presidente – continua il Primo Cittadino – con un colpo di penna lei può garantire ai siciliani un controllo serio, con meno dispendio di forze dell’ordine in giro per le strade, gettate nella mischia senza un criterio oggettivo. Lei è il solo a poter garantire la sopravvivenza di una banca dati da estendere a tutto il territorio regionale, che ogni sera può fornire numeri e dati su chi è entrato e dove sta andando, garantendo l’effettività dei controlli sanitari per la verifica dell’isolamento fiduciario. Faccia un regalo pasquale ai suoi concittadini, aldilà di auguri stucchevoli e fini a se stessi: faccia loro il dono di sapere con cognizione di causa come arginare il flusso incontrollato di coloro che continuano ad entrare in Sicilia”. “Inoltre le chiedo una cortesia in nome dei tanti pendolari in sofferenza sullo Stretto per le estenuanti attese – conclude il Sindaco peloritano. Ripristini almeno altre 2 corse giornaliere: quella mattutina e quella serale sono insufficienti per garantire ai pendolari un dignitoso transito tra le due sponde. Infine, apprendo che ha disposto l’obbligo di indossare le mascherine a tutela della collettività”.
Il Consiglio di Stato dice no: De Luca contro il ministro Lamorgese
“L’istituto dell’annullamento straordinario a tutela dell’unità dell’ordinamento – si legge nel parere del Consiglio di Stato – evidenzia oggi una sua rinnovata attualità e rilevanza, proprio a fronte di fenomeni di dimensione globale quali l’attuale emergenza sanitaria da pandemia che affligge il Paese, al fine di garantire il razionale equilibrio tra i poteri dello Stato e tra questi e le autonomie territoriali”. Tale potere, ha ribadito il Consiglio di Stato, “trova la sua ragion d’essere nell’obbligo gravante sul presidente del Consiglio dei ministri, sancito dall’articolo 95 della Costituzione, di assicurare il mantenimento dell’unità di indirizzo politico ed amministrativo, nel quadro di unità e di indivisibilità della Repubblica, di cui all’articolo 5 della Costituzione”.
Dunque, in presenza di “emergenze di carattere nazionale – si legge – pur nel rispetto delle autonomie costituzionalmente tutelate, vi deve essere una gestione unitaria della crisi per evitare che interventi regionali o locali possano vanificare la strategia complessiva di gestione dell’emergenza, soprattutto in casi in cui non si tratta solo di erogare aiuti o effettuare interventi ma anche di limitare le libertà costituzionali”. Al parere seguirà una deliberazione del Consiglio dei ministri che dovrà essere recepita con decreto del presidente della Repubblica.
De Luca non l’ha presa affatto bene e, ricomparendo in video, ha attaccato a testa basse la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, che nei giorni scorsi l’aveva già denunciato per vilipendio: “In ventiquattr’ore – ha esordito De Luca – il Consiglio di Stato, che ringrazio, è stato costretto, in piena guerra contro il Coronavirus, a riunirsi d’urgenza e a emettere un parere richiesto dallo stesso Ministro che mi ha denunciato per il diritto di lesa maestà e a cui abbiamo chiesto di occuparsi di tutti gli ingressi abusivi in Sicilia. Ma non l’ha mai fatto, perché è impegnata a fare la guerra a me e ai sindaci. Lei, cara Lamorgese, sta agendo con la supponenza di Stato e senza pensare. Anzi, se il risultato del suo pensiero è fare la guerra a De Luca e ai sindaci, eviti di pensare. Fra me e lei c’è un’enorme differenza: io sono stato eletto e lei no. Lei non rappresenta la democrazia, ma il frutto della peggiore burocrazia”.
“L’urgenza del Ministro – aveva sottolineato il sindaco – è quella di metterci il bavaglio, ma il nostro sistema funziona, è un modo scientifico per avere il controllo degli ingressi, cosa che non è riuscita a fare né lo Stato né la Regione. A fronte di questo ulteriore atto di intimidazione, ho deciso di non revocare l’ordinanza”. Più che una sfida è diventata una guerra. De Luca contro lo Stato.