Nessun accordo sul riordino degli enti locali: il testo del disegno di legge, al centro di un braccio di ferro che coinvolge i partiti della maggioranza, torna nella commissione Affari istituzionali dell’Ars per la seconda volta. Stop, quindi, alla norma sulla rappresentanza di genere nelle giunte dei comuni con più di tremila abitanti, che un emendamento fissava al 40 per cento (rispetto al 20 iniziale). Salta, inoltre, la discussione sul terzo mandato dei sindaci (nei comuni fra 5 e 15 mila abitanti) e sul consigliere supplente. “Considerate le interlocuzioni che ci sono state tra le diverse forze politiche, è opportuno un approfondimento in commissione per trovare una intesa per tornare in aula con un testo condiviso”, ha detto il capogruppo di Forza Italia all’Ars Stefano Pellegrino.
Il ddl è tornato in commissione con il voto favorevole della maggioranza e il voto contrario dei gruppi di opposizione. “È un fallimento per questa maggioranza che non è in grado di portare avanti neppure norme di civiltà come quella della rappresentanza di genere nelle giunte”, ha affermato il capogruppo del Pd all’Ars Michele Catanzaro. “L’ennesimo rinvio in commissione del ddl Enti locali è l’emblema del fallimento del governo e della sua sfilacciata maggioranza – dice il capogruppo del Movimento 5 stelle all’Ars Antonio De Luca – Definire una riforma questa accozzaglia di norme, spesso contraddittorie tra di loroè assolutamente fuori luogo. Una vera riforma, che dovrebbe affrontare gli enormi problemi degli Enti locali, non può muovere dalla convenienza del momento o dagli appetiti del parlamentare di turno. Praticamente – continua De Luca – la commissione ha lavorato a vuoto finora, ma questo non ci meraviglia, tutt’altro. Grazie alla sfilacciata maggioranza di Schifani, procedere in folle all’Ars è più una regola che un’eccezione e basta guardare alla produttività di Sala d’Ercole per rendersene conto”.
“Continueremo a sentire tutte le parti interessate a cominciare dall’Anci Sicilia, c’è la volontà di lavorare in modo attivo per portare avanti questo disegno di legge. Ci auguriamo che dopo il secondo ritorno in commissione, la terza volta a Sala d’Ercole possa essere quella buona”, ha sostenuto il presidente della commissione Affari istituzionali Ignazio Abbate.