Sanzionata dai suoi stessi colleghi per aver definito “porco” l’uomo che accusava di molestie. La sezione disciplinare del Csm, con una decisione che sta sorprendendo molto, ha “censurato” la pm Alessia Sinatra. Colpevole, secondo i consiglieri, di aver screditato un suo collega: Giuseppe Creazzo. Quest’ultimo oggi è procuratore per i minori a Reggio Calabria. Quando, però, i fatti giunti sul tavolo del Csm si svolgono era procuratore di Firenze – ha indagato su Matteo Renzi – e aspirava a diventare capo dei pm romani. Si iscrivono in questo contesto le parole che Sinatra, pm a Palermo e appartenente a Unicost, la corrente centrista dei magistrati, scrive all’allora leader della corrente, Luca Palamara, finito poi al centro dell’inchiesta sulle nomine, a causa della quale ha perso la toga. Cosa succede? Sinatra, anche se le era costato molto, per “tutelare l’istituzione” non aveva querelato Creazzo, dal quale sarebbe stata molestata pesantemente nell’ascensore di un albergo, a margine di un evento di magistrati.
Ma quella vicenda l’aveva molto segnata, e si era sfogata con le persone a lei più care. Quando viene a sapere che Creazzo potrebbe arrivare a Roma e, quindi, in qualche modo essere promosso, scrive alcuni messaggi – che lei immaginava dovessero rimanere privati, e invece sono stati captati dal trojan – duri nei confronti di Creazzo, indirizzati a Palamara: “Giurami che il porco cade subito”, “il mio gruppo non lo deve votare”. Continua su Huffington Post