Una commissione d’inchiesta e di verifica della regolarità delle autorizzazioni degli impianti di rifiuti in Sicilia. È quanto prevede un decreto predisposto nelle scorse settimane e adesso alla firma dell’assessore regionale all’Energia, Alberto Pierobon. Il provvedimento consentirà inoltre di scongiurare il ripetersi di situazioni di disagio legate alla chiusura di impianti, come avvenuto in questi giorni. L’Autorità ambientale, infatti, esaminando la richiesta di ampliamento di una ditta di Alcamo, ha rilevato la mancanza di documentazione in un’autorizzazione che era stata rilasciata nel 2017. La commissione ispettiva, formata da dipendenti dell’amministrazione regionale, sarà a costo zero e passerà ai raggi X tutte i provvedimenti autorizzativi inerenti le discariche e gli impianti intermedi per evitare che in futuro possano ripetersi simili situazioni creando gravi disagi al settore.
La chiusura della struttura di Alcamo ha interessato 38 Comuni, ma entro oggi arriverà il parere necessario per autorizzare alcuni Comuni del Palermitano a conferire i propri rifiuti nell’impianto di trattamento di Trapani. La comunicazione è arrivata stamane nel corso del vertice, con tutti i dipartimenti regionali interessati, organizzato a Palazzo Orleans dal presidente della Regione Nello Musumeci. Presenti all’incontro gli assessori all’Energia Alberto Pierobon e all’Ambiente Toto Cordaro, oltre ai dirigenti generali dei due dipartimenti Calogero Foti e Giuseppe Battaglia, al direttore dell’Arpa Sicilia Francesco Vazzana e al presidente del Comitato tecnico-scientifico Via-Vas, Aurelio Angelini.
Per quanto concerne, invece, l’autorizzazione all’abbancamento nella sesta vasca della discarica di Bellolampo a Palermo, è emerso che la Rap, l’azienda a capitale pubblico del Comune, ha completato la trasmissione di tutta la documentazione lo scorso 18 novembre, consentendo, quindi, la “procedibilità” dell’iter solamente da venerdì scorso. Essendo la procedura del Paur abbastanza complessa, perché sono necessari i pareri di numerosi enti, il via libera dovrebbe arrivare al massimo a metà gennaio. «Se però – sottolinea l’assessore Cordaro – il Comune di Palermo compulserà tutti gli organismi coinvolti, la Regione, come già avvenuto in altre circostanze, si impegna a comprimere ulteriormente i tempi per poter consentire il conferimento dei rifiuti in loco, alleviando così ulteriori disagi agli utenti, oltre a ridurre i costi di trasporto».
Il vertice di stamane è stato anche l’occasione per fare il punto sulla situazione dell’impiantistica pubblica nell’Isola. «La Regione – evidenzia l’assessore Pierobon – non è in ritardo, abbiamo sempre seguito tutte le procedure con attenzione e rapidità nonostante iter complessi. Vogliamo però intensificare il confronto e la condivisione fra tutti gli uffici regionali coinvolti. Per questo motivo, abbiamo creato un Coordinamento interistituzionale, tra assessorati, Arpa e Cts, che si riunirà ogni 15 giorni per valutare i progetti, individuando le soluzioni più idonee nel rispetto della legalità e della trasparenza, oltre che dell’efficienza amministrativa».
Chiude Alcamo: anche Palermo è nel caos
Palermo rischia di ripiombare nell’emergenza rifiuti. A causa della chiusura della discarica di Alcamo, dove vengono abbancati circa 250 tonnellate di monnezza al giorno, la raccolta è praticamente ferma. Ma dalla Regione non arrivano segnali d’apertura: “È bene chiarire che il problema dell’impianto di Alcamo riguarda il trattamento dei rifiuti, attività che Bellolampo potrebbe svolgere sul proprio sito avendo le attrezzature che evidentemente non riesce a sfruttare a dovere – ha detto l’assessore regionale all’Energia, Alberto Pierobon, a Repubblica -. Noi non abbiamo mai voluto polemizzare e abbiamo sempre offerto collaborazione e massima disponibilità al Comune nell’interesse dei cittadini, e continueremo a farlo con serietà. Ad Alcamo il problema nasce con la scoperta di una presunta irregolarità nell’autorizzazione di un impianto: la Regione ha solo fatto il proprio dovere nel rispetto delle regole”.
Riguardo a Bellolampo, qualche giorno fa è stato presentato da parte della Rap il progetto d’ampliamento della sesta vasca, che dovrebbe consentire il deposito di altre 140 mila tonnellate di monnezza. E nel frattempo? “Il dipartimento e gli uffici regionali stanno predisponendo gli atti per il conferimento in altri impianti di trattamento – ha spiegato Pierobon -. Purtroppo non esiste una bacchetta magica per problemi che si trascinano da anni. Su Bellolampo pesano gli effetti nefasti di una gestione molto carente e di una raccolta differenziata che non decolla. Se l’impianto continua a ricevere il doppio di quanto potrebbe, tutto si fa difficile. Con questi numeri non ci sono discariche che tengano o possano mai bastare”.
La Rap, la municipalizzata del Comune di Palermo che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, però, replica a muso duro all’assessore: “Abbiamo presentato il progetto per la chiusura della sesta vasca di Bellolampo nei tempi previsti e quella di qualche giorno fa è stata solamente un’integrazione documentale. Evidentemente l’Assessore Alberto Pierobon non è stato adeguatamente informato di come sono andate le cose e continua a scaricare su altri le proprie responsabilità. Siamo pronti a collaborare con tutte le istituzioni ma, per rispetto dei cittadini, è arrivato il momento che si esca dalla logica degli slogan”. Lo dicono il Presidente della Rap Giuseppe Norata e il Direttore generale Roberto Li Causi. “Palermo – proseguono – si ritrova in una drammatica ma, purtroppo, prevedibilissima emergenza che presto coinvolgerà tutta la Sicilia per un unico motivo: la mancanza degli impianti e di un’adeguata pianificazione. Ascoltiamo a più riprese slogan sulla generica necessità di aumentare la differenziata, ma anche se tutti i Comuni siciliani di colpo diventassero virtuosissimi non ci sarebbero impianti in cui conferire la raccolta”.
“In queste settimane – è l’accusa frontale rivolta a Pierobon – la Rap ha avuto una piena, efficace e celere collaborazione con l’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, spiace che lo stesso non si possa dire dell’Assessorato guidato da Pierobon. Sul punto – viene sottolineato dal Presidente e dal Direttore Generale RAP – c’è l’assoluta certezza della sensibilità e dell’impegno del Direttore Foti che in questi giorni ha cercato di mettere “pezze” ad un sistema che sta collassando per colpe non sue né certamente di RAP. Sulla sesta vasca è già arrivata la prima approvazione del progetto da parte degli uffici dell’Assessorato Territorio e Ambiente e adesso la pratica è al vaglio del Comitato Tecnico Scientifico”. “A questa celerità dell’Assessorato Territorio e Ambiente si accosta l’opposta condizione degli Uffici guidati dall’Assessore Pierobon che dopo 33 mesi ancora non ha posto in essere le procedure per realizzare la settima vasca”. “La Sicilia non ha un piano rifiuti, quello presentato a inizio 2019 è stato giudicato dal Ministero come ‘incongruente’, ‘privo di dati’, per non parlare del fatto che ‘a livello programmatico importanti decisioni sono rimandate a future valutazioni e non si comprende quale sia il percorso per raggiungere alti livelli di raccolta differenziata’. Una responsabilità che non è certo dei Comuni”.