A Vasco Rossi non è andato giù l’utilizzo del suo brano “C’è chi dice no”, del 1987, a scopi politici. E ha ripreso, attraverso Instagram, l’uso improprio che ne ha fatto il senatore del Movimento 5 Stelle, Gianluigi Paragone: “C’è chi dice no lo dico io – ha esordito il cantautore emiliano – i politici devono mettere giù le mani dalle mie canzoni! Che imparino a usare parole originali loro e a non strumentalizzare la musica! C’è chi usa le mie canzoni per le sue campagne politiche e di opinione… voglio sia chiaro che io non autorizzo nessuno a farlo e per quello che mi è possibile cerco di impedirlo! Tanto meno si può pensare che io sia d’accordo con le opinioni di chi usa la mia musica per chiarire le sue idee confuse”. Al rimbrotto di Vasco Rossi ha replicato in un commento lo stesso Paragone, che in questi giorni sta provando ad allargare la fronda anti-accordo col Movimento 5 Stelle: “So che Vasco si è arrabbiato per la citazione. Ma come direbbe il Postino a Neruda: La Poesia non è di chi la scrive…” ha sentenziato l’ex giornalista, che in caso di governo giallorosso ha promesso di tornare a fare il suo lavoro.
Paolo Cesareo
in Il sabato del villaggio
Il cantante: “Giù le mani della mie canzoni”
gianluigi paragonevasco rossi
-
Articoli Correlati
-
“Schifani imputato. Può fare la stessa fine”
Il riferimento al caso Montante. E la difesa di Forza Italia: "Il paragone non c'entra…
-
Cracolici rievoca l’incubo di Totò Cuffaro
Il deputato del Pd: "La Sicilia non può avere un presidente che vive nel limbo…
-
“M5s isolato. Ne pagherà le conseguenze”
Critiche anche per Mattarella: “Non avrei portato gli italiani a votare così presto”