Ad attenderli alcuni manifestanti con il cartello “prima gli spagnoli”, lo slogan urlato da Salvini, in salsa italiana, durante la campagna elettorale. Poi migliaia di volontari e centinaia di giornalisti e fotografi, tenuti a debita distanza per tentare di ridurre la portata mediatica dell’avvenimento. Hanno fatto l’alba al porto di Valencia, dove alle 6.45 – accompagnata da una nave della marina spagnola – s’è presentata Dattilo, l’imbarcazione della Guardia Costiera su cui hanno viaggiato 274 migranti fuggiti, più di una settimana fa, dalle coste libiche. E’ l’antipasto del momento più atteso: quello in cui la nave Aquarius approda in Spagna dopo un lungo girovagare. Tre ore dopo Dattilo.
Il respingimento italiano, poco meno di una settimana fa, ha costretto SOS Mediterranée a un cambio di rotta improvvisa. Il premier spagnolo Sanchez, in uno slancio di solidarietà, si è detto pronto ad accogliere i 629 disperati e ha mantenuto la promessa. Gli equipaggi di Dattilo e Orione (Marina Militare italiana) hanno preso in carico la spedizione e, assieme ad Aquarius (dove sono rimasti un centinaio di persone) hanno affettato in due il Mediterraneo, risalendo sulla costa Est della Sardegna – a causa del forte maestrale – e rituffandosi verso le Baleari dopo aver attraversato le Bocche di Bonifacio. Un viaggio lungo, durato poco più di quattro giorni, mentre i migranti, con le coperte fino al mento, sono rimasti lungamente sospesi fra l’incubo e la speranza di un futuro migliore.
🔴 UPDATE Sollievo e felicità a bordo della nave #Aquarius appena vediamo le coste spagnole.
Ci separano 4 miglia dal porto di #Vacencia. La fine di un’Odissea lunga e estenuante è vicina.
#TogetherForRescue #HumanityAtSea pic.twitter.com/ekm330HpSM
— SOS MEDITERRANEE ITA (@SOSMedItalia) 17 giugno 2018
Stravolti per il viaggio, per le difficoltà, per un rifiuto difficile da digerire, hanno visto terra e cominciato a intonare canti. Il ponte di Aquarius, stamane, si è trasformato in un festoso locale all’aperto. Mancavano 4 miglia alla meta. Una volta toccato il molo, sono subito partite le procedure d’identificazione dei profughi. E’ al lavoro un team di circa 2 mila operatori, di cui mille volontari della croce rossa e 470 traduttori. I medici hanno prestato le prime cure. Come abbiamo raccontato in questi giorni, esclusi i sintomi di nausea e mal di mare e qualche caso di scabbia, nel complesso a bordo si stava bene. I nuclei familiari non verranno divisi, i minori non accompagnati verranno trasferiti in un unico centro. A ognuno dei migranti sarà consegnato un kit di prima necessità per affrontare il viaggio e la permanenza in ospedale e nei centri d’accoglienza temporanei individuati dalle autorità spagnole.
L’arrivo di Orione, poco dopo mezzogiorno, completa il puzzle. Mentre in Italia Salvini rialza la voce e, di fronte alla commozione dello sbarco, riporta tutti con i piedi per terra: “Abbiamo finito di fare gli zerbini. Conte non è isolato. Semplicemente, stiamo riconquistando un ruolo centrale che negli ultimi anni non abbiamo mai avuto. Prima ci davano per scontati. Ora tutti hanno capito che la musica è cambiata”. E’ la nuova stagione del #chiudiamoiporti.