A vederli sembrano tutti gagliardi, intrepidi, arditi. Tutti col petto in fuori, la mascella squadrata e il pugno sul petto. Tutti pronti a combattere per la patria e per l’onore. Ma poi, quando si trovano di fronte al gerarca che in tre anni, da assessore al Turismo, ha fatto strame di venti milioni di denaro pubblico, diventano molli e ubbidienti come le pecorelle del purgatorio dantesco: “A una, a due a tre e l’altre stanno timidette atterrando gli occhi e ‘l muso”. Riguardate i selfie di Gaetano Galvagno, Elvira Amata o Francesco Scarpinato. Il Balilla li domina e loro si lasciano abbagliare. Lui ordina di perpetuare le scempiaggini del bel tempo che fu e loro eseguono: Scarpinato ripropone lo scandalo di Cannes; l’Amata rimette in moto la giostra balorda e festaiola di SeeSicily. Altro che partito di “legge e ordine”. Questa è una callida cricca di potere.