Il primo episodio della terza stagione de ‘Il Cacciatore’, andata in onda mercoledì su Rai 2, ha spalancato il sipario su una fortezza storica del Palermitano, risalente al 1527. Torre Ciachea a Carini, da ottobre a dicembre dell’anno scorso, ha ospitato le riprese della fiction che si ispira al libro del magistrato Alfonso Sabella, in cui il giovane Pm Saverio Barone (interpretato da Francesco Montanari) dà la caccia a Binnu, alias Bernardo Provenzano, ma finisce nel mirino di Vito Vitale, ultimo dei corleonesi, che ha giurato di ucciderlo.
Il set della Cross Production s’è trasferito per quasi tre mesi in questa dimora storica. L’antico forte, storicamente chiamato “Locogrande della Ciachea”, venne edificato nel 1527 per difendere il territorio dall’assalto dei pirati saraceni provenienti dal mare. Comprende una torre di difesa intorno alla quale furono costruite le mura di fortificazione e una cappella privata appartenuta al Barone di Carini e in seguito, intorno alla metà del ‘600, all’ordine religioso dei Domenicani, finché nel 1866 i beni della Chiesa furono espropriati e venduti ai privati. Da quel momento è pervenuta alla famiglia Calefati di Canalotti, che tuttora conserva la proprietà di questo importante tassello del patrimonio culturale e artistico siciliano.
A fare gli onori di casa e a presentarcela è Angela Calefati di Canalotti, moglie del Barone Guido, che dopo un’iniziale (e comprensibile) resistenza, ha dato il via libera affinché la dimora di famiglia si trasformasse in un set televisivo: “E’ la prima volta che Torre Ciachea si presta a questo utilizzo – ci spiega –. Trattandosi di una dimora storica, a cui la mia famiglia è profondamente legata, temevano non fosse consona allo scopo. E che, comunque, lo svolgimento di un’attività così complessa e articolata potesse recare qualche danno. Tuttavia, arrivando la proposta da un’azienda leader nell’ambito della produzione cinematografica, abbiamo acconsentito senza indugiare troppo. Oggi possiamo dire di aver fatto la scelta giusta, che ci riempie d’orgoglio”. “La troupe – prosegue Angela Calefati di Canalotti – ha trasformato in un set l’intera proprietà. Sono state girate tantissime scene. Per noi tutti è stata un’avventura. A darci la spinta definitiva è stato il contenuto sociale della fiction oltre alla professionalità di chi ha lavorato alla sua realizzazione”.
Il torrione che si erge nel cielo azzurro di Carini, la vastità dei cortili che circondano la casa, la vitalità della vegetazione curata e rigogliosa, il silenzio della campagna prospiciente, rappresentano dei buoni motivi per fare visita a Torre Ciachea, che oggi viene utilizzata come dimora privata e per l’organizzazione di eventi: “E’ una dimora – ricorda la nobildonna – che mio suocero lasciò in eredità a mio marito il quale ha recuperato l’antico forte con l’idea di conservarlo per i nostri discendenti. La Torre è senz’altro la parte più importante della casa. I ciottoli rappresentano il legame con la storia. E anche la chiesa, dedicata a Santa Eustochia Smeralda Calefati, antenata della famiglia, è un autentico scrigno di storia”. Da oggi, grazie a “Il Cacciatore” avrà una finestra in più sul mondo.